Il sito archeologico del Lavagnone, dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è a rischio. Situato al confine tra Desenzano e Lonato, questo scrigno di reperti sulla vita di 4 mila anni fa si sta prosciugando. In pochi anni, i tesori inestimabili che la torba umida protegge potrebbero dissolversi nella terra disseccata. Questo allarme è stato sollevato dagli archeologi dopo l’ultima campagna di scavi, quando è emerso che la falda si è abbassata troppo e il giusto grado di umidità che conserva i reperti è sempre più a rischio.

Marta Rapi, archeologa e responsabile dei lavori, ha spiegato che se non si interviene al più presto, entro 10 anni tutto andrà in briciole. Questo sarebbe un danno inimmaginabile per uno dei siti più importanti d’Italia. Ma quali sono le cause di questa situazione? Alcuni parlano di siccità, ma la zona umida era presente da migliaia di anni. Quindi cosa sta accadendo?

La vulnerabilità del sistema idrologico del Lavagnone era stata evidenziata anche nella relazione al progetto definitivo della Tav nel 2014. I geologi avevano previsto che lo scavo della galleria ferroviaria di 7 chilometri avrebbe interferito con quattro falde, tra cui l’acquifero del Lavagnone e il canale sotterraneo che lo collega al rio Venga. Questa condotta idraulica di 800 metri, che si trova sul tracciato della galleria ferroviaria, non aveva una mappa dettagliata nel 2014.

La stessa relazione di progetto raccomandava di valutare meglio le conseguenze sul sistema idrologico Lavagnone-Rio Venga. Questa raccomandazione non riguardava solo il Lavagnone, ma suggeriva di adottare soluzioni per impedire il depauperamento delle riserve idriche sotterranee. Non è ancora noto se siano stati effettuati interventi in tal senso, ma sarebbe interessante scoprire quali misure siano state prese o possano ancora essere attuate.

In conclusione, è urgente trovare un progetto o un’idea precisa per salvare il sito archeologico del Lavagnone. È necessario intervenire al più presto per preservare i tesori ancora nascosti e proteggerli dalla disseccazione. Speriamo che vengano prese le misure necessarie per evitare la perdita di uno dei siti più preziosi per la storia e la cultura del nostro paese.

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