Agguato di gruppo contro un ragazzo di 22 anni

Nella notte tra il 2 e il 3 settembre scorsi, un ragazzo di 22 anni è stato vittima di un’imboscata da parte di un gruppo di persone nella zona della Favorita di Mantova. Durante l’aggressione, il ragazzo ha subito una serie di botte e bastonate che gli hanno causato un grave trauma cranico, con una prognosi di 30 giorni. Dopo tre settimane, la Polizia è riuscita a identificare gli aggressori e a scoprire il motivo dell’agguato: tutto è iniziato da una banale discussione su Instagram.

Immediatamente dopo l’aggressione, sono intervenute sul luogo le Volanti della Questura insieme agli specialisti della Squadra Mobile, che hanno raccolto tutte le informazioni utili per l’indagine. Grazie alle prime dichiarazioni del ragazzo aggredito e ai testimoni oculari, è stata avviata un’analisi approfondita delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, al fine di ricostruire l’intera vicenda. Molti dei soggetti coinvolti sono stati identificati grazie ai video pubblicati sui social media, in particolare su Instagram.

Le indagini hanno rivelato che l’agguato è stato organizzato per motivi futili legati a litigi su piattaforme social tra persone di nazionalità indiana. Una volta raccolte tutte le prove necessarie, la Squadra Mobile ha denunciato quattro persone alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova. Tre di loro sono di nazionalità indiana e uno di nazionalità pakistana, con un’età compresa tra i 20 e i 28 anni. Sono stati accusati di lesioni aggravate dall’uso di arma impropria e, per uno di loro, anche di tentato omicidio per aver colpito il ragazzo con un bastone alla testa. Tutti gli indagati avevano già numerosi precedenti di polizia, tra cui rapine, associazione a delinquere, porto abusivo di armi, rissa, lesioni e omicidio stradale.

La Procura ha emesso decreti di perquisizione personale e domiciliare nei confronti degli indagati, che sono stati eseguiti questa mattina da numerose pattuglie della Squadra Mobile. Durante l’operazione, denominata “Instagram Revenge”, sono stati trovati numerosi oggetti che confermano la colpevolezza degli indagati, tra cui tre smartphone, due bombolette spray urticanti al peperoncino, una pistola revolver priva di tappo rosso e con colpi esplosi, due maschere carnevalesche per nascondere il volto e numerosi bastoni e spranghe di ferro.

Un particolare che ha allarmato gli operatori è stato il ritrovamento di numerosi “sanpietrini” accanto a una finestra al primo piano della casa di uno degli indagati, con l’evidente scopo di allontanare eventuali malintenzionati.

Si precisa che l’indagine è ancora nella fase delle indagini preliminari e che tutti gli indagati sono considerati innocenti fino a una decisione definitiva dell’Autorità Giudiziaria.

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