Operazioni illegali sul Lago di Garda. Coinvolti anche tre commercialisti e un liquidatore fallimentare.

Una frode fiscale complessa e articolata sembra avere come punto di partenza una villa di lusso sul Lago di Garda, venduta a un prezzo molto basso. Gli autori di questa frode avrebbero falsificato la contabilità e omesso di dichiarare milioni di euro, grazie all’utilizzo di conti e società offshore: passando attraverso fiduciarie svizzere, creando società, trasferendo quote e capitali in modo sequenziale e comprando e vendendo terreni o edifici a prezzi ribassati. Non senza l’aiuto di quattro professionisti. Al termine del processo di primo grado, il Tribunale ha condannato sette imputati per vari reati fiscali (prescritti i reati antecedenti al 2012). La prima accusa riguarda la Società S.I.I. srl di Lonato, che avrebbe evaso le tasse sui redditi attraverso operazioni societarie fraudolente e una falsa rappresentazione delle scritture contabili, dichiarando nelle dichiarazioni annuali elementi attivi per un importo inferiore a quello effettivo. Tra le accuse figurano la creazione di holding e operazioni immobiliari condotte ad hoc. Ad esempio, nel 2008, due fiduciarie svizzere hanno costituito una holding che, un mese dopo, ha creato un’altra holding in Lussemburgo, la quale, nel gennaio successivo, ha acquistato dalla S.I.I. il complesso immobiliare Villa Ansaldi a Sirmione al prezzo dichiarato di 7.050.000 euro, anziché il suo reale valore di 19.050.000 euro. Lo stesso giorno, le due fiduciarie hanno ceduto le quote della holding – e quindi il complesso immobiliare – a un’altra società straniera per 12.233.000 euro. Risultato, secondo l’accusa, è stato quello di poter dichiarare, nel bilancio della S.I.I., una plusvalenza patrimoniale di 5.700.417 euro, inferiore a quella effettiva di 17.700.417 euro. Nel 2012, la plusvalenza non dichiarata ammontava a 2.400.000 euro, oltre a una evasione di Ires di 676.000 euro, secondo il pm Claudia Moregola. La pena più alta, di 3 anni e 4 mesi, è stata inflitta al 66enne amministratore di fatto della S.I.I. srl (2 anni e 3 mesi per il 43enne ex amministratore unico). Un’altra società di sua proprietà, a Mazzano, avrebbe venduto contemporaneamente a una società estera un terreno con un edificio sempre a Sirmione, tra Villa Pioppi e Villa Ansaldi, al prezzo dichiarato di 240.000 euro, mentre in realtà valeva oltre 2.300.000 euro. Poi ci sono i professionisti (alcuni dei quali soci delle società coinvolte): un liquidatore e un commercialista, attivi in Svizzera e residenti a Milano, condannati a 2 anni di reclusione, e altri due commercialisti, un 65enne di Brescia (2 anni e 8 mesi per lui), consulente di fiducia del titolare della S.I.I., e un 68enne siracusano, che è stato amministratore nel 2016 e successivamente liquidatore (2 anni e 4 mesi per lui). Sarebbero stati coinvolti nelle operazioni e avrebbero omesso, in vari modi, di presentare le dichiarazioni dei redditi relative al 2015, evadendo oltre 331.000 euro di Ires. Inoltre, per evitare il recupero coattivo delle imposte dirette e dell’Iva evase dalla S.I.I. (quasi 3,7 milioni di euro), sarebbe stato “fittiziamente” venduto al professionista siciliano “l’attivo immobiliare della S.I.I. che valeva oltre 100.000 euro”. Si sono poi verificate scissioni parziali e trasferimenti patrimoniali a entità riconducibili al titolare della S.I.I. e infine la vendita del 100% del capitale, per 200 euro, al commercialista che ha poi avviato la liquidazione. Sono state disposte confische per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro.

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