Maurizio Gentile, uno dei nove imputati nel processo per il deragliamento del 25 gennaio 2018 in cui persero la vita Ida Milanesi, Pierangela Tadini e Giuseppina Pirri, ha parlato durante l’udienza. Gentile, ex amministratore delegato di Rfi, ha sottolineato che spettava al Nucleo manutentivo di Treviglio intervenire rapidamente per riparare il giunto del binario e prevenire il deragliamento del treno Cremona-Milano Garibaldi a Pioltello. Se il Nucleo avesse eseguito correttamente le attività, il giunto rotto sarebbe stato sostituito in anticipo. Inoltre, Gentile ha affermato che se fossero state rispettate le regole imposte dall’azienda ferroviaria, il Nucleo di diagnostica manuale avrebbe potuto valutare con maggiore precisione il livello di degrado e il momento di intervento. È emerso che il Nucleo manutentivo era a conoscenza del difetto nel giunto, come dimostrano gli interventi effettuati. È stato anche trovato un pezzo di legno posizionato sotto il giunto per attenuarne il cedimento al passaggio dei treni ad alta velocità. Gentile ha sottolineato che il Nucleo manutentivo non ha rispettato le regole di registrazione dei difetti, come previsto da Rfi. Gentile ha poi chiarito che il suo ruolo di amministratore delegato non comprendeva la gestione del rischio, ma la supervisione dei risultati. Infine, ha espresso la sua perplessità sul perché il treno abbia continuato a percorrere alcuni chilometri dopo il deragliamento senza ribaltarsi o causare ulteriori danni.

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