PAVIA – Il clamore e il dolore per l’uccisione dei 9 maiali del santuario “Cuori Liberi” di Zinasco non si placano. Il rifugio era finito nel mirino delle autorità sanitarie a causa della morte di una ventina di animali per la Peste Suina Africana nei giorni precedenti. Tutti gli animali erano stati sottratti agli allevamenti e erano diventati degli animali da compagnia.

Nei giorni successivi all’eliminazione, ordine dato per limitare la diffusione della Psa, il caso ha assunto una dimensione nazionale con proteste, prese di posizione, petizioni e presidi in tutta Italia. Sin dalle prime ore dopo l’abbattimento, eseguito con l’intervento della polizia per neutralizzare gli attivisti che si opponevano, molte associazioni e non solo si sono mobilitate per chiedere giustizia per gli animali uccisi e denunciare l’uso eccessivo della forza.

Sui siti specializzati in raccolte firme sono apparse petizioni che in pochi giorni hanno ottenuto un record di sottoscrizioni, con una che sta per raggiungere le 300mila firme.

Al centro delle proteste non c’è solo la vita distrutta dei 9 maiali innocenti, ma anche il sistema e la logica che ha portato alla loro eliminazione, insieme ad altri 30mila animali negli allevamenti della provincia di Pavia. Si contesta il sistema degli allevamenti intensivi, che è molto presente anche nella provincia di Pavia, e la logica di uccidere tutti gli animali, anche quelli ancora sani, per salvare il sistema degli allevamenti.

Contro questo sistema e questa logica, sabato 7 ottobre 2023, alle 14, si terrà un nuovo presidio con corteo a Milano.

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