Scandalo delle truffe di viaggio a Varese: titolare di un’agenzia condannata a 3 mesi di reclusione

Un’agenzia di viaggi a Varese è al centro di un grosso scandalo che ha coinvolto diversi clienti. La titolare, una donna di 39 anni, è stata arrestata e condannata a 3 mesi di reclusione per un contratto riguardante un matrimonio. Secondo le accuse, la donna avrebbe incassato acconti e saldi definitivi per viaggi di matrimonio e vacanze per un valore di migliaia di euro, per poi cancellare i viaggi poco prima della partenza, lasciando i clienti senza soldi e senza servizi.

Il Tribunale di Varese ha emesso la sentenza, che ha in parte accolto la tesi della difesa della donna. Il pubblico ministero aveva invece richiesto una condanna più severa. La donna è stata assolta per gli altri fatti denunciati, ma è stata ritenuta colpevole per il contratto del matrimonio.

Le accuse riguardano viaggi in destinazioni come Cuba, Stati Uniti e Messico. La titolare dell’agenzia avrebbe introdotto problemi ai clienti poco prima della partenza, spesso legati a ritardi nelle operazioni bancarie per saldare i pagamenti con il tour operator. In seguito, proponeva soluzioni alternative di viaggio, ma richiedeva ulteriori pagamenti che non venivano mai restituiti.

La difesa della donna ha sostenuto che, nonostante le difficoltà, i servizi venivano comunque forniti. Secondo l’avvocato, la titolare aveva proposto soluzioni risarcitorie ai clienti per rimediare alle mancate partenze e aveva formulato proposte di viaggio alternative. Solo due clienti non hanno usufruito dei viaggi proposti.

Inoltre, la difesa ha citato un caso in cui la partenza era saltata a causa di un uragano. L’avvocato ha sottolineato che l’uragano era reale e che molti voli erano stati sospesi.

Infine, c’è il caso del matrimonio per il quale la donna è stata condannata. Dopo il pagamento di acconti importanti, il programma del viaggio è stato preso in carico da una collega della donna, che aveva aperto una nuova società dopo la chiusura dell’agenzia. Il matrimonio si è svolto regolarmente.

L’intera vicenda ha avuto un impatto mediatico, soprattutto dopo la trasmissione televisiva in cui la donna è stata dipinta come una truffatrice. Dopo questa puntata, sono arrivate nuove querele. La difesa farà ricorso in appello contro la condanna.

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