La perizia psichiatrica è stata disposta dalla Corte d’assise di Milano per valutare la capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi, accusata di omicidio volontario aggravato e premeditato nei confronti della sua figlioletta Diana. La bimba, che aveva meno di un anno e mezzo, è stata abbandonata in casa per una settimana, da sola nel lettino, con due biberon di latte accanto. La piccola è morta per stenti. La difesa di Alessia ha richiesto la perizia psichiatrica sostenendo l’incapacità di intendere e volere della donna, al fine di dimostrare la sua non imputabilità. Lo psichiatra Elvezio Pirfo è stato incaricato dai giudici di svolgere la perizia, il cui incarico verrà conferito il prossimo 13 novembre e sarà stabilito anche il termine per il deposito delle conclusioni dell’esperto. L’accusa si è opposta allo svolgimento della perizia. La madre e la sorella di Alessia, rispettivamente nonna e zia della piccola Diana, si sono costituite parte civile e hanno sempre accusato la congiunta. In aula, l’imputata ha ammesso di aver lasciato la figlioletta da sola anche in altre occasioni, sostenendo di essere convinta che uno o due biberon di latte fossero sufficienti. Nell’appartamento a Ponte Lambro, periferia di Milano, dove la piccola è morta, non sono stati trovati alimenti per bambini, ma solo cibi per adulti. La bimba è morta a causa di una grave e prolungata disidratazione.

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