Il dramma vissuto da Primo Nespoli, 84enne di Barlassina, al Pronto Soccorso dell’ospedale Pio XI di Desio ha suscitato grande indignazione da parte della figlia Paola. Secondo il racconto di Paola, suo padre è rimasto sei ore in attesa prima di essere visitato, rischiando addirittura di morire a causa di una sepsi con shock settico. Tutto è cominciato martedì 26 settembre quando Primo ha iniziato a sentirsi male, accusando nausea e dolore alla schiena. Dopo aver consultato il medico di base, è stata chiamata un’ambulanza che lo ha portato al Pronto Soccorso. Da lì è iniziato il calvario: Primo è stato messo su una barella, mentre Paola rimaneva in sala d’attesa. Ogni volta che si affacciava per chiedere notizie, il padre peggiorava. Solo su richiesta di Paola, dopo tre ore di attesa, è stato cambiato perché era tutto bagnato. Verso le 15, Primo, ancora senza essere visitato, aveva una febbre altissima e faticava a parlare. Ancora una volta, è stata Paola a chiedere un intervento. Finalmente, dopo sei ore di attesa, un medico è arrivato a visitarlo. Sono stati fatti degli esami, seguiti da un’ecografia al rene e una tac. Alle 20, Primo è finito in Rianimazione a causa di una sepsi renale causata da un calcolo che ostruiva l’uretra, con conseguente shock settico. Ora è fuori pericolo, ma dovrà affrontare un lungo percorso di guarigione e un intervento per la rimozione del calcolo.

La famiglia Nespoli è indignata per l’attesa subita al Pronto Soccorso e intende presentare una segnalazione all’ospedale e scrivere una lettera di reclamo alla Regione Lombardia. Paola Nespoli ringrazia comunque il personale della Rianimazione per aver preso cura di suo padre con grande professionalità.

In risposta alle critiche, l’Asst della Brianza ha affermato che l’attesa è stata necessaria per avere un quadro clinico corretto prima di intervenire. Secondo l’azienda sanitaria, Primo è arrivato al Pronto Soccorso alle 11 e ha fatto una serie di esami prima di essere operato alle 19. L’Asst sottolinea che il paziente non è mai stato abbandonato a se stesso e che i suoi parametri erano stabili all’arrivo in ospedale. Inoltre, afferma di prestare particolare attenzione ai pazienti anziani e con più patologie.

La vicenda di Primo Nespoli mette ancora una volta in luce i problemi del Pronto Soccorso italiano, con tempi di attesa spesso troppo lunghi e carenze di personale. È necessario che vengano prese misure urgenti per migliorare la situazione e garantire un’adeguata assistenza a tutti i pazienti.

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