Rosetta Cutolo: la donna che guidò la Nuova camorra organizzata
Rosetta Cutolo è stata una figura fondamentale nella storia della camorra napoletana. Con il suo fratello Raffaele Cutolo, il boss della Nuova camorra organizzata, hanno trasformato l’organizzazione criminale. Rosetta non è stata solo una semplice complice, ma l’anima pulsante della vita del fratello.
La sua vita è stata tragica, caratterizzata da una totale devozione a Raffaele. Insieme hanno condiviso la miseria della loro condizione di figli di lavoratori della terra e poi hanno cercato il riscatto attraverso il crimine. Rosetta era una bravissima sarta e il suo talento è stato sfruttato da Raffaele. Quando lui è finito in carcere, lei ha iniziato a confezionare abiti rubando materiale da un’azienda locale. In questo modo ha permesso la costruzione e il pagamento della prima cellula della Nuova camorra organizzata. Raffaele ha iniziato ad avvicinare gli affiliati delusi delle altre famiglie di camorra, donando loro abiti. I vecchi clan, all’epoca di Cutolo, si basavano sull’elemento della trascuratezza. Gli affiliati si univano durante i periodi di crescita economica e si disperdevano in quelli di crisi.
Raffaele Cutolo ha capito che la camorra napoletana doveva essere organizzata in modo diverso e Rosetta è stata fondamentale anche in questo. Il suo impero è stato costruito in carcere. Tuttavia, Raffaele è finito in prigione per un reato disgustoso: ha ucciso Mario Viscito, un uomo che non aveva nulla a che fare con la vicenda che aveva scatenato la sua rabbia. Durante una lite, Raffaele ha rischiato di investire una ragazza di 12 anni e ha ritenuto la sorella responsabile dell’incidente scongiurato, schiaffeggiandola. Questo ha scatenato una rissa con il fratello, ma un uomo di 31 anni è intervenuto per separarli e Raffaele lo ha ucciso. È stato condannato all’ergastolo. Rosetta è stata accanto a lui nella decisione di uscire dalla minorità criminale e ha partecipato al piano di trasformazione del fratello. Raffaele Cutolo ha passato 50 anni in carcere, tranne brevi periodi di latitanza durante i quali ha avuto un figlio, Roberto, che è stato ucciso dalla ‘ndrangheta negli anni ’90 a Tradate (Varese).
Rosetta Cutolo è diventata la figura mafiosa più importante della storia criminale italiana, ma non si è mai sentita un capo. Anche quando la polizia ha scoperto una riunione della Nuova camorra organizzata con politici locali nel castello Mediceo di Ottaviano, Rosetta era seduta a capotavola e trattata come un capo.
Don Giuseppe Romano, prete e confessore di famiglia, è stato spesso indicato come la sua guardia del corpo. Nel 1985, mentre la stava trasportando da Napoli a Roma, è stato ferito in un agguato dagli anti Cutolo. È stato operato e si è salvato, ma qualche giorno dopo è morto in modo misterioso. Dopo il sequestro del castello, Rosetta ha vissuto in modo umile e si è presa cura dei nipoti, figli di Roberto, ma ha rifiutato che assumessero incarichi criminali. Ha accettato anche di accogliere Immacolata, la moglie di Raffaele, che lo ha sposato senza conoscerlo al di fuori del carcere, vedendolo solo in tribunale o in televisione. Immacolata ha generato una figlia con inseminazione artificiale, senza aver avuto rapporti con il marito al 41 bis: le ha dato il suo nome, Immacolata. Questo ha generato una serie di immaginari mitologici nella storia di Raffaele Cutolo.
Rosetta Cutolo è stata in latitanza dal 1981 al 1993, quando si è consegnata alla polizia. È stata Raffaele a decidere di farla consegnare, quando ha capito che l’organizzazione era crollata e la sua priorità era metterla al sicuro in carcere. Dopo dieci anni di prigione, Rosetta è tornata a vivere a Ottaviano, in una casa modesta. Ha rispettato una regola: non far entrare nessun uomo in casa, tranne suo fratello Pasquale.
Con la morte di Rosetta Cutolo, è scomparsa anche la Vecchia Camorra, quella basata su una sorta di welfare di cui Rosetta era ossessionata. Lei credeva che solo la distribuzione della ricchezza potesse mantenere salda l’organizzazione. Tuttavia, quando la Nuova camorra organizzata si è trovata in difficoltà finanziarie, ha perso molti affiliati a favore dei rivali. Nonostante ciò, Rosetta non si è fermata. È diventata per anni l’ufficio collocamento dell’area napoletana, ma anche delle regioni Campania, Puglia e Lucania. Questo l’ha resa una figura quasi venerata, cosa che non sopportava, infastidita dalla visibilità e dalla fama.