Nove lesioni mortali al cranio, causate da colpi violenti e inferti con un oggetto contundente. Questo è quanto emerso durante il processo per l’omicidio di Carmela Fabozzi, avvenuto nella sua casa a Malnate il 22 luglio 2022. Sergio Domenchini, l’imputato, ha sempre dichiarato la sua innocenza, ma oggi è emerso un importante elemento a suo carico: il DNA della vittima è stato trovato sotto un’unghia.

Durante l’autopsia, il medico legale Cesare Garberi ha descritto le lesioni come estese e incompatibili con l’uso di un grosso vaso di vetro blu, che la Procura di Varese ritiene essere l’arma del delitto e che è stato trovato sul mobile all’ingresso dell’appartamento della donna. La dinamica dell’aggressione, secondo il dottor Garberi, sarebbe iniziata proprio lì: la vittima ha ricevuto un primo colpo mentre era in piedi, è caduta o è stata spinta contro un mobile, perdendo due denti a causa dell’impatto, e mentre era a terra ha subito i colpi fatali alla testa.

Il corpo di Fabozzi è stato trovato disteso sul pavimento del corridoio, con una pozza di sangue intorno alla testa. Sono stati rilevati segni di trascinamento vicino a un piede e altre macchie di sangue sul muro, a diverse altezze, che indicano le due fasi dell’aggressione: prima in piedi e poi a terra. Secondo l’analisi del medico legale, la vittima non è stata in grado di difendersi.

La donna aveva perso molto sangue ed era deceduta da almeno dodici ore. Non è stato possibile determinare l’ora esatta della morte, ma il medico legale ha escluso la presenza di tracce metalliche sulle lesioni al cranio, sostenendo che il vetro non lascia questo tipo di segni. Questo è importante perché il vaso blu è considerato l’arma del delitto.

L’analisi della scena del crimine ha rivelato che la vittima è stata colpita con grande forza e che l’aggressione è stata molto violenta. Inoltre, è stato rilevato il DNA dell’imputato, Sergio Domenchini, sotto un’unghia di Fabozzi.

Questi elementi sono stati presentati in tribunale durante il processo per l’omicidio di Carmela Fabozzi. Nonostante le dichiarazioni di innocenza di Domenchini, il DNA della vittima rappresenta una prova importante a suo carico. Spetterà ora alla corte decidere sulla sua colpevolezza.

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