Varedo (Monza Brianza), 19 ottobre 2023 – “Ho pagato più di 18mila euro per una 500 L che non ho mai visto. Nel frattempo avevo demolito la mia auto e, quando mi sono lamentata, mi hanno dato una Peugeot 206 di cortesia che non possiamo muoverla perché è scaduta l’assicurazione ed è rimasta abbandonata nella carrozzeria di mio padre”. Eloisa S., 34 anni di Turbigo, è solo una delle decine di clienti che stanno sfilando davanti ai giudici del Tribunale di Monza al processo per la presunta maxi truffa dell’ex autosalone Antonini di Varedo.
Con il rito abbreviato sono stati già condannati (anche al risarcimento dei danni per complessivi oltre 700mila euro ad una sessantina di clienti), ma non per associazione a delinquere, a 3 anni, 5 mesi e 20 giorni (in continuazione e in aggiunta alla precedente condanna di 3 anni per bancarotta fraudolenta della società “World car srl” nata dalle ceneri della società storica degli Antonini e dichiarata fallita nel 2017 con un passivo di oltre 4 milioni di euro) i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti amministratori di fatto e ideatori del raggiro. A 3 anni e 10 giorni è stato invece condannato l’amministratore di diritto Giancarlo Capoccia, assolto però dal concorso in bancarotta fraudolenta e infine a 1 anno e 10 mesi con la pena sospesa la moglie di uno degli Antonini accusata di riciclaggio di denaro proveniente dall’attività, a cui sono stati confiscati 50mila euro. Ora alla sbarra sono rimasti 5 venditori dell’autosalone, tra cui uno dei figli degli Antonini.
“Nel giugno 2017 mio marito ha visto su un sito internet che pubblicizza la vendita di auto l’annuncio che all’autosalone Antonini avevano in promozione le 500 L con un finanziamento di 267 euro al mese, che poi venivano rimborsati se si accettava di applicare la pubblicità sulle portiere – ha raccontato in aula la 34enne – Siamo andati a chiedere in autosalone a Varedo e ci hanno detto che era vero. Ho pagato 650 euro di caparra e, al luglio seguente, mi hanno chiamato dicendo che l’auto era arrivata ma era in garage per mettere la pubblicità e che dovevo pagare il saldo di 18mila euro in fretta perché le auto stavano andando a ruba. Ho deciso di non fare il finanziamento e ho pagato tutto con un bonifico”. Si torna in aula a novembre con altre testimonianze.

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