“Giustizia per Paolo”: la raccolta fondi per aiutare un italiano condannato ingiustamente in Kenya
Una storia di ingiustizia e sofferenza che sta commuovendo l’Italia: Paolo Camellini, un imbianchino di 51 anni di Goito, si trova da maggio scorso in carcere in Kenya dopo essere stato condannato in appello a 30 anni di prigione a seguito delle accuse gravi mosse dalla sua ex moglie. La sua famiglia, residente a Mantova, è determinata a sostenerlo in ogni modo possibile e ha aperto una raccolta fondi su GoFund.Me chiamata “Giustizia per Paolo”.
La raccolta fondi ha già ricevuto 84 donazioni per un totale di oltre 3.500 euro raccolti fino ad ora. L’obiettivo, come dichiarato dalla famiglia di Paolo Camellini, è raggiungere i 14.000 euro per poter sostenere le spese legali del 51enne.
La madre di Paolo, Lisa, spiega la situazione: “Paolo è stato accusato dalla sua ex moglie keniota di un reato grave, per il quale è stato condannato prima all’ergastolo e poi in appello a trent’anni. Lei ha orchestrato tutto insieme ad altre persone del luogo per ottenere una somma di denaro tramite ricatto. Paolo è un uomo innocente che è stato vittima di una vendetta. Adesso si trova in un carcere di massima sicurezza a Kisumu, in Kenya, lontano dalla sua famiglia e dai suoi amici. Le condizioni di vita in carcere sono disumane: cibo scadente e assenza di assistenza sanitaria stanno causando molta sofferenza. Abbiamo aperto questa raccolta fondi per aiutare Paolo a pagare le spese legali. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per dimostrare la sua innocenza e farlo tornare a casa il prima possibile”.
Paolo Camellini è stato condannato a 30 anni di carcere per abusi sessuali nei confronti del figlio di 3 anni della sua ex moglie. La sentenza è stata confermata in appello dall’Alta Corte di Kisumu, in Kenya. Tuttavia, la famiglia di Paolo sostiene che l’ex moglie lo abbia incastrato per ottenere vendetta o denaro e che le prove presentate a suo carico siano lacunose.
Al momento, Paolo ha la possibilità di presentare un ricorso in Cassazione, anche se i tempi si prospettano molto lunghi. La sua famiglia sta preparando una visita in carcere per novembre, ma prima di partire è in attesa di ottenere il nulla osta dall’Ambasciata italiana.
La storia di Paolo Camellini è un esempio di come l’ingiustizia possa colpire chiunque, anche quando si è innocenti. La sua famiglia e tante persone che hanno donato alla raccolta fondi su GoFund.Me sperano di poter dimostrare la sua innocenza e riportarlo a casa al più presto. Ogni donazione, anche piccola, è importante per raggiungere questo obiettivo e garantire a Paolo il sostegno legale necessario. “Giustizia per Paolo” è diventato un grido di solidarietà e speranza che si diffonde in tutto il paese.