Sergio Domenichini, un uomo di 67 anni, è accusato dell’omicidio della pensionata Carmela Fabozzi a Malnate. Durante il processo, il maresciallo del Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese, Salvatore Giuseppe Manca, ha testimoniato che il cellulare di Domenichini è stato agganciato a una cella telefonica del centro storico di Malnate, vicino all’abitazione della vittima, il 22 luglio 2022 tra le 9.51 e le 10.48. La pensionata è stata trovata morta dal figlio, sul pavimento di casa, intorno alle 19 di quel giorno.

L’indagine è partita dalle testimonianze dei vicini di casa della vittima, che hanno raccontato di aver incontrato uno sconosciuto sulla sessantina che cercava la signora Carmela nella corte di via Sanvito poco prima di mezzogiorno il giorno dell’omicidio. Queste informazioni sono state incrociate con i tabulati telefonici dei due cellulari in uso alla vittima, che erano spariti dalla scena del crimine. Tra le telefonate fatte e ricevute dalla pensionata, è emerso un numero che apparteneva a Sergio Domenichini.

Dopo aver scoperto che Domenichini era stato a Lignano Sabbiadoro con la compagna per una vacanza, i carabinieri hanno rintracciato una Fiat 500 X rossa noleggiata da lui, dotata di un sistema di localizzazione GPS per fini assicurativi. Il GPS ha registrato gli spostamenti del veicolo il 22 luglio 2022.

Le telecamere di sicurezza hanno mostrato che Domenichini ha lasciato la casa della compagna alle 8 del mattino e dopo circa 40 minuti, Antonio Crisafulli, già condannato per favoreggiamento nell’omicidio di Fabozzi, è salito sulla sua auto e ha girato attorno al centro abitato di Malnate nello stesso periodo in cui il cellulare di Domenichini ha agganciato la cella telefonica vicino all’abitazione della vittima.

Grazie al GPS e alle telecamere di sicurezza, è stato possibile scoprire che Domenichini ha cambiato abbigliamento tra le 9 del mattino e mezzogiorno il giorno dell’omicidio. Inoltre, è stato osservato che la Fiat 500 è stata lavata prima dell’inizio del periodo di noleggio, un dettaglio che ha attirato l’attenzione degli investigatori.

Dopo il suo arresto, Domenichini ha condotto i carabinieri a un autolavaggio a Varese, vicino al fiume Olona, dove sono stati trovati i due cellulari di Fabozzi: uno abbandonato su una sponda del fiume e uno gettato in acqua.

Durante le indagini, è emerso che Domenichini era al mare e si teneva in contatto con un uomo, i cui discorsi sono stati intercettati. L’uomo gli ha riportato le voci di paese e le notizie pubblicate dai giornali sull’omicidio. Domenichini ha chiesto se sono state trovate tracce dell’assassino nella casa della pensionata, ma l’interlocutore non ha risposto.

Queste prove hanno portato gli inquirenti a ritenere che Sergio Domenichini sia colpevole dell’omicidio di Carmela Fabozzi. Il processo è ancora in corso e Domenichini ha dichiarato di essere innocente tramite il suo difensore.

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