Assoluzione in Appello per Enrico Piccinelli: la tangente da 780mila euro era solo un millantato credito. La Corte d’appello di Brescia ha ribaltato il verdetto di primo grado condannando l’ex senatore di Forza Italia a 5 anni di carcere per corruzione. Secondo i giudici di secondo grado, ci sono troppe incongruenze e illogicità nelle accuse per ritenere responsabile Piccinelli. La motivazione della sentenza sottolinea che i Boccolini hanno usato il suo nome per spillare denaro. Piccinelli era accusato di aver fatto pressioni per l’approvazione del Pgt di Foppolo, che prevedeva un aumento di abitanti e favoriva speculazioni immobiliari. Tuttavia, secondo la Corte d’appello, tutti gli enti interessati hanno espresso pareri non favorevoli alla compatibilità del Pgt. Inoltre, i tecnici che si occuparono della pratica hanno dichiarato di avere agito in piena autonomia e di non aver ricevuto interferenze da parte di Piccinelli. La Corte bresciana ha anche evidenziato che la bocciatura del Pgt non è stata colpa di una nuova legge, ma è stata decisa dai tecnici e non era di competenza di Piccinelli. I giudici hanno inoltre considerato inattendibili i testimoni, tra cui i Boccolini e l’ex vice sindaco di Carona. La Corte ha concluso che i Boccolini avrebbero messo in scena un millantato credito per spillare soldi, utilizzando il nome di Piccinelli senza il suo consenso. La decisione di confessare la corruzione anziché il millantato credito sarebbe stata presa per evitare possibili ritorsioni da parte di Berera.

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