Antonella Castelvedere, la professoressa uccisa in Inghilterra
La giustizia inglese ha emesso una sentenza senza attenuanti per Ertan Ersoy, colpevole dell’omicidio di sua moglie Antonella Castelvedere, una docente universitaria di 52 anni di Bagnolo Mella. Il 1° giugno 2022, Antonella è stata aggredita con quindici coltellate nella sua casa di Colchester, Essex, dove viveva con suo marito e sua figlia Julia, all’epoca di 6 anni. Dopo cinque ore e mezza di camera di consiglio, la Chelmsford Crown Court ha condannato Ersoy a 25 anni di prigione, la massima pena prevista dal sistema giudiziario britannico. Durante la lettura della sentenza, l’imputato ha reagito gettando a terra i suoi auricolari.
Secondo il presidente della Corte, Christopher Morgan, l’uomo “non poteva tollerare l’autonomia della compagna” e l’ha attaccata in un “accesso di rabbia e gelosia”. La vittima si era trasferita nel Regno Unito 25 anni fa dalla Bassa, dove ancora vive sua madre e suo fratello. In Inghilterra aveva avuto una carriera eccezionale. Antonella Castelvedere era infatti una docente senior di letteratura inglese presso l’Università di Suffolk, nonché capo dipartimento e responsabile del corso di laurea magistrale in Scrittura e critica creativa. Nel 2014 aveva sposato Ersoy, un collega anglo-turco più giovane di due anni, che lavorava come precario insegnante di matematica ed economia. Viveva nell’ombra della moglie e guadagnava solo con lavori occasionali. Con lui aveva avuto una figlia, che ora è stata affidata a una famiglia inglese e che i parenti di Brescia vorrebbero adottare.
Durante il processo, i pubblici ministeri hanno evidenziato che marito e moglie avevano una relazione instabile e conflittuale. Sul telefono di Antonella, gli investigatori hanno trovato un messaggio scritto il giorno prima della sua morte: “Ho paura per la mia vita”. La violenza è esplosa una mattina in cui la coppia era da sola in casa. “Sicuramente Ersoy ha ucciso sua moglie in cucina, scatenando una discussione e facendola arrabbiare appositamente, ma non ci sono prove che la donna lo abbia aggredito”, ha dichiarato il giudice Morgan in aula. “L’imputato è un uomo intelligente, manipolatore e calcolatore, che ha basato la sua difesa su una menzogna che è stata smascherata”.
Ersoy aveva infatti affermato che la compagna aveva impugnato il coltello per prima e che non ricordava bene il resto. Secondo uno psichiatra forense, il 51enne era “ossessionato” dall’idea del tradimento, tanto da avere installato registratori in casa e assunto un investigatore privato.