Regione Lombardia interviene sulla situazione della Peste Suina Africana (Psa) in risposta a comunicazioni errate inviate alla stampa da parte di consiglieri regionali dell’opposizione. La situazione negli allevamenti di suini è stabile da circa un mese, con l’ultimo focolaio registrato il 28 settembre nella provincia di Pavia. Sono stati abbattuti circa 46.500 suini negli allevamenti interessati, e agli allevatori verrà corrisposto un indennizzo. In due mesi, sono stati controllati 1.566 allevamenti, eseguite 9.745 ispezioni e 9.040 analisi in tutta la regione. Nonostante il livello di attenzione rimanga alto, sono stati segnalati 24 casi sospetti dagli allevatori che non sono stati confermati successivamente. L’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi commenta che, dato il quadro epidemiologico favorevole negli allevamenti, è necessario allentare le misure di restrizione per consentire agli allevatori di movimentare gli animali a fine ciclo. Grazie alla collaborazione di tutta la filiera, sono stati individuati macelli e centri di lavorazione delle carni che dovrebbero sbloccare la situazione a partire dalla fine di questa settimana, con protocolli di sicurezza sanitaria. Sono state confermate positività nei cinghiali, principali vettori del contagio, nel Parco del Ticino. Questo ha portato all’emanazione di una zona infetta che coinvolge il Parco del Ticino e alcuni comuni della provincia di Pavia e Milano. Saranno apportate modifiche all’ordinanza attuale per adeguare i territori soggetti a restrizione a questo nuovo contesto epidemiologico. Sono già state concordate attività di prevenzione e gestione del territorio con il Parco del Ticino. Sono confermate le attività di ricerca delle carcasse di cinghiale e di contenimento della specie cinghiale in tutti i territori soggetti a restrizione per la Psa nella provincia di Pavia. La Regione intende proporre alla Commissione europea la rimodulazione delle aree soggette a restrizione, mantenendo un livello di sorveglianza per garantire l’identificazione precoce di un’eventuale reintroduzione del virus negli allevamenti suini. Questa rimodulazione eliminerebbe il vincolo sulle carni degli animali inviati al macello e agevolerebbe la risoluzione delle criticità negli allevamenti pavesi. Regione Lombardia continua a mantenere alta la guardia, ma non accetta comunicazioni errate e allarmistiche che danneggiano gli allevatori e l’agricoltura lombarda. È importante che tutti remino nella stessa direzione su un tema così delicato ed economicamente rilevante per la Lombardia.

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