La Procura di Busto Arsizio ha annunciato il deposito dell’avviso di conclusione delle indagini nell’ambito dell’inchiesta sui prodotti di cosmetica ed igiene personale contenenti una sostanza vietata perché cancerogena. Questa inchiesta era stata avviata lo scorso aprile e aveva portato al sequestro di numerosi prodotti illegali e alla denuncia di tre persone, tra cui un imprenditore di Busto Arsizio che li commercializzava. Ora gli indagati hanno un termine per chiedere di essere interrogati o per depositare memorie e indagini difensive. Successivamente, la Procura chiederà la fissazione dell’udienza preliminare per decidere se rinviare a giudizio gli indagati. L’inchiesta, denominata “Dirty Soap”, ha portato alla luce la presenza di una sostanza vietata nei prodotti di saponi e cosmetici. Durante le indagini sono state individuate anche due società a Gallarate e Castellanza che si occupavano di stoccare i prodotti illegali in attesa della distribuzione e dell’immissione sul mercato. Complessivamente, sono stati sequestrati 161 bancali di merce contenente il Lilial, un composto chimico utilizzato come additivo profumante nei cosmetici e nelle polveri per bucato. Il Lilial è stato vietato a partire dal primo marzo 2022, in quanto è stato classificato come sostanza cancerogena e tossica. L’operazione è stata condotta dalle Fiamme Gialle ed è partita dalla scoperta dei prodotti vietati in due negozi di Verbania e Cannobio, nel Verbano Cusio Ossola. Dopo il sequestro nei negozi e la denuncia dei titolari, le forze dell’ordine hanno ricostruito l’intero percorso di commercializzazione dei prodotti, risalendo al fornitore, il grossista di Busto Arsizio.