Il consumo di suolo: un problema che va affrontato

Negli ultimi tempi, gli eventi alluvionali hanno evidenziato i danni causati dal consumo sfrenato di suolo. Il suolo impermeabilizzato non trattiene umidità e acqua, non le rilascia in estate e esacerba gli estremi termici.

Un interessante articolo sui dati del 2021 e sul costo di queste politiche dissennate si trova a questo link: https://www.firstonline.info/consumo-di-suolo-ispra-nel-2021-e-ai-massimi-in-10-anni-costo-di-8-miliardi-pileri-spiega-perche/. Tuttavia, i dati del 2023 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (reperibili in rete) hanno anticipato che nel 2023 il consumo di suolo è ulteriormente accelerato.

La Lombardia, nonostante una legge specifica, è leader in questa triste classifica. Certi comuni della Brianza, come Lissone, hanno il 70% del suolo comunale cementificato. Le conseguenze di ciò sono ben rappresentate dalle esondazioni di Seveso, Lambro, ecc. Anche il varesotto non fa eccezione.

Un aspetto trascurato in questo contesto è rappresentato dalla costruzione di piste ciclabili extraurbane. Nonostante riducano le emissioni di anidride carbonica, sono in grado di impermeabilizzare decine di migliaia di metri quadrati in un solo colpo. Una pista di 20 km può ricoprire 60000 mq e comporta l’abbattimento di molte specie arboree e la distruzione di microambienti naturali come fossi, prati e siepi.

A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che tutto avviene a spese del contribuente. È necessario affrontare questo problema seriamente e trovare soluzioni per limitare il consumo di suolo e preservare l’ambiente.

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