Il traffico a Bergamo sembra peggiorare ogni giorno di più. Le strade sono intasate di auto, pullman, furgoni e camion che si muovono a passo d’uomo. Le facce dei guidatori riflettono la rassegnazione di chi è costretto a trascorrere ore in coda, mentre i passanti si trovano soffocati dai gas di scarico. Non c’è quartiere che non sia invaso dal traffico e arrivare dal centro alla periferia richiede 40 minuti nelle ore di punta.

Secondo il presidente dell’ACI di Bergamo, Valerio Bettoni, il numero di vetture in circolazione non è aumentato significativamente. Il tasso di motorizzazione a Bergamo è di 60 auto ogni cento abitanti, che è inferiore alla media italiana. Quindi, il problema non è il numero di auto, ma piuttosto la mancanza di un piano di mobilità organico.

L’ex assessore provinciale Felice Sonzogni spiega che il problema è dovuto alle scelte disorganiche fatte negli anni passati. Un piano territoriale elaborato negli anni duemila prevedeva molte opere ferrotranviarie per alleviare il traffico stradale. Tuttavia, questo piano è stato disatteso e la politica ha abdicato al suo dovere di fare sintesi. Le iniziative prese successivamente sono state poco risolutive e hanno lasciato fare alle aziende, che agiscono in base ai loro interessi e non alla politica territoriale.

Il piano provinciale prevedeva un sistema di tram che collegasse tutta la Bergamasca. Tuttavia, solo una parte della linea T1 è stata realizzata. Quindi, il problema del traffico a Bergamo non è dovuto al numero di auto, ma alla mancanza di un piano di mobilità organico e di opere pubbliche adeguate.

Per risolvere il problema del traffico a Bergamo, è necessario riprendere in considerazione il piano provinciale del 2004 e implementarlo adeguatamente. È importante che la politica torni a svolgere il suo ruolo nell’organizzare il sistema di trasporti e che si tenga conto degli interessi della comunità, piuttosto che delle singole aziende. Solo così si potrà migliorare la situazione del traffico a Bergamo e garantire una mobilità sostenibile per tutti.

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