La via Varesina, che collega Milano alla stazione Certosa, nasconde al suo interno una storia ricca di avvenimenti criminali, tangenti e vicende legate alle Brigate Rosse. Lungo questa strada, al civico 80, si trovava un piccolo negozio di biciclette con officina gestito da Alfonsina Strada. L’anno prossimo si celebrerà il centenario della sua partecipazione al Giro d’Italia.

Camminando lungo la via Varesina, si possono ancora scorgere le tracce delle memorie cupe di Milano, così come i segni di rigenerazione urbana rappresentati dall’acciaio delle nuove costruzioni. Lungo il percorso si incontra la bocciofila “Cagnola”, un centro d’aggregazione che ha vissuto momenti di violenza durante gli anni bui della città. Proprio qui, nel dicembre del 1980, due membri delle Brigate Rosse persero la vita in uno scontro con i carabinieri. Al capo opposto della via, vicino ai confini della città, si trova il luogo in cui, nel settembre del 1991, una tavola calda fu distrutta da un’esplosione a causa delle richieste di tangenti da parte della malavita dell’epoca.

Tuttavia, è al civico 80 che si trova la storia dimenticata di Alfonsina Strada. Il suo custode è Massimo Madella, autore di “Nonni che narrano la storia”, che dedica un capitolo del suo ultimo libro a questa eroina. Nel 1924, Alfonsina Strada fu la prima donna a partecipare al Giro d’Italia, nonostante le avversità che il ciclismo femminile affrontava in quel periodo. Indossando pantaloni alla zuava, riuscì a conquistare il cuore degli sportivi durante la sua partecipazione alla gara. Nonostante fosse stata estromessa dalla competizione, Alfonsina continuò ad accompagnare il Giro fino al traguardo finale, rispettando gli orari e le regole dei corridori.

Dopo la sua carriera sportiva, Alfonsina gestì un negozio di biciclette con officina al civico 80 della via Varesina. Nel 1959 morì a causa di un infarto mentre era alla guida della sua moto. L’anno prossimo si celebrerà il centenario della sua partecipazione al Giro d’Italia e sarebbe bello se questa eroina fosse ricordata.

La via Varesina racchiude quindi storie oscure e avvenimenti criminali, ma anche la memoria di una donna coraggiosa che ha fatto la storia del ciclismo italiano. È un luogo da visitare per scoprire le sue molteplici sfaccettature e per ricordare quei momenti che hanno segnato la città di Milano.

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