Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio ha ospitato i “maranza”, i giovani che si trovano a metà tra la trap e la criminalità, un inquietante ritratto della società italiana, e si è scagliato contro le loro dichiarazioni.
Il sosia di “Baby gang” ha accusato Giuseppe Cruciani di essere razzista, “hai qualcosa contro gli stranieri”, e lo Stato di aver incastrato il suo amico: Baby Gang, di nome Zaccaria Mouhib, e il suo complice Simba La Rue, entrambi di origine marocchina, sono stati condannati a 5 e 6 anni di carcere per la sparatoria nella zona di Corso Como, a Milano.
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“Tu non credi allo Stato, parli di razzismo ma questi hanno sparato a dei senegalesi, poi mi dici che il carcere peggiorerà le cose. Allora bisogna fare delle galere rieducative, ma se resta fuori magari spara a un altro, ne ammazza un altro”, protesta Del Debbio. “No, non succederà mai”, protesta il suo ospite, che definisce Zaccaria/Baby Gang “un bravo ragazzo, uno buono”. “No no no assolutamente”, scuote la testa il giornalista. “Lui è cambiato molto – protesta ancora “il sosia” -, se tu passi una notte con Zac fidati di me che vedi e cambi”.
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Del Debbio gli dà le spalle, mentre Cruciani se la ride: “È un programma interessante passare una notte con Zac”. “Voi giudicate le parole senza conoscerle, dovete provare quello che provano i giovani”, accusa il sosia. “Che Baby Gang rappresenti i giovani italiani, francamente no”. “Shiva! – urla il sosia di Baby Gang – Shiva è italiano, è stato arrestato. Lo conosci?”. “Sì certo, ma io non ho mai pronunciato la parola straniero”, replica secco Cruciani, secondo cui il problema non è la nazionalità, ma comportarsi come criminali.