“Hanno manifestato a Parabiago per dire “no alla caccia””. Queste sono le parole di uno degli attivisti di Fronte Animalista, una delle associazioni, comitati e cittadini che si sono riuniti oggi, domenica 25 novembre, per protestare contro la caccia, in particolare nel parco del Roccolo.

La manifestazione è stata organizzata in seguito all’uccisione di un cane da parte di un cacciatore proprio in questa area verde, che si trova tra alcuni comuni come Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Nerviano e Parabiago. I manifestanti hanno urlato il messaggio “L’unico modo per fermare queste tragedie è fermare la caccia per sempre”, prendendosela anche con le autorità che autorizzano questa pratica venatoria.

Tra le autorità criticate c’è il sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi, definito “servo del partito di cui fa parte”, per non aver bloccato la caccia nel Parco del Roccolo. Tuttavia, bisogna ricordare che questa pratica dipende da una legge regionale e che gli enti locali hanno poco potere in merito. Solo nel Parco Alto Milanese la caccia è stata vietata, ma per motivi di sicurezza, dato che il parco è di piccole dimensioni e si trova vicino alle abitazioni.

Gli animalisti, sostenuti anche dai circoli locali di Legambiente, chiedono che questa pratica venga vietata in tutti i parchi, al di là delle leggi, per evitare che altri cani – o ancora peggio persone – vengano ferite o uccise. Non si sentono abbastanza ascoltati e vogliono che la voce di chi si oppone alla caccia venga presa seriamente in considerazione.

La protesta di oggi a Parabiago è solo uno dei tanti modi in cui gli animalisti cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della caccia. Sperano che le autorità e la società nel suo insieme comprendano l’importanza di proteggere gli animali e di trovare alternative più etiche alla caccia. Sono consapevoli che il cammino è ancora lungo, ma sono determinati a continuare la loro lotta per un mondo in cui gli animali siano rispettati e protetti.

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