I pitoni reali sono attualmente accuditi dai volontari dell’EnpaMonza, un’impresa trovare per loro una casa. Non è sufficiente individuare una persona appassionata di rettili, ma anche un adottante in grado di gestire un animale tutt’altro che domestico.
Nel rifugio dell’Enpa di Monza non si cercano solo case per cani e gatti, ma anche per due pitoni reali. Sì, perché nella non esotica Brianza ci sono persone che hanno acquistato serpenti che, raggiunte certe dimensioni o per incapacità di gestione, hanno deciso di abbandonarli persino per strada. Così, oggi nella sede dell’Enpa ci sono due pitoni reali in attesa di una famiglia. Due esemplari di circa 1 metro e 20 centimetri. Uno di loro, inoltre, ha rischiato di morire. Era stato trovato nei pressi di una discarica con la testa quasi mozzata. Il pitone è stato recuperato dai volontari e grazie alle cure dei veterinari è stato salvato.
“Anche a Monza e in Brianza, in passato, c’era la moda di tenere rettili in casa”, spiega Giorgio Riva, presidente dell’Enpa di Monza. “Un triste ricordo di anni in cui c’era persino chi si vantava di mostrare dal vivo l’alimentazione di questi animali con il rito del rilascio di topi vivi nella teca. Si tratta di animali molto particolari che, a differenza degli animali domestici, non creano empatia con l’uomo”. Non è la prima volta che Riva lancia un appello per questi ospiti particolari.
Alcuni anni fa, Giorgio Riva e un volontario dell’Enpa avevano recuperato in una casa di Seveso un boa constrictor. “Un animale di circa 2 metri di lunghezza, con una circonferenza massimale grande come un braccio, tenuto in una teca lunga come una cassa da morto. Era stato staccato il riscaldamento e l’animale fortunatamente non era attivo. La teca era sporca, piena di piume di uccelli. L’abbiamo portata al rifugio, l’animale è stato salvato e poi affidato a una coppia appassionata di rettili che ne aveva già altri in casa”. Adesso si cerca una casa anche per i due pitoni reali. “Non è facile. La gestione non è semplice e la cura è comunque costosa, tra alimentazione, terrario, pulizia e cure veterinarie”.
Il problema è che non ci sono strutture o associazioni che accolgono questi animali, ed è solo l’Enpa che ha aperto le porte del suo rifugio a questi due rettili. “Gli animali che vengono abbandonati sono destinati a una morte certa. Morte causata da un clima, come il nostro, non adatto a loro, soprattutto durante la stagione fredda. Ma a volte rischiano di morire anche per mano dell’uomo che, trovandoseli davanti, invece di chiamare l’Enpa o le forze dell’ordine, reagisce colpendoli, in alcuni casi anche a morte. Lo stesso succede, purtroppo, con il comune e innocuo biacco che si trova nei campi della Brianza”.