Stefano Corsi è un insegnante di lettere che è nato a Bergamo nel 1964, ma si è trasferito a Lodi nel 1970. Attualmente lavora in un liceo a Milano e collabora con l’…

Il professor Caudano è un grande ammiratore e appassionato di Carlo Emilio Gadda. Ha una sorta di repertorio di espressioni che gli sono rimaste impresse, non perché le ha studiate a memoria, ma perché si sono accumulate nel corso del tempo, anche grazie agli audiolibri (ascolta spesso Fabrizio Gifuni che interpreta meravigliosamente “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”).

Ma ora Carnesecchi è stato perdonato e la sua depressione è svanita chissà dove. Quindi, quando il suo pupillo Carnesecchi ha combinato il guaio contro il Napoli (ha fatto un rinvio sciocco e ha consegnato una pistola carica ai giocatori vestiti d’azzurro), il professor Caudano ha iniziato a riflettere sulle tragedie imprevedibili nel calcio, sulle beffe che il gioco crea senza curarsi delle ragioni del gioco e dei tifosi (se qualcuno doveva passare in vantaggio, era l’Atalanta in quel momento), sulla sua condizione di esiliato nelle Langhe e di disertore dalla scuola, e infine sul male di vivere.

In quel momento, nella mente del professor Caudano, risuonano le parole del commissario Ingravallo nel primo capitolo del libro “Pasticciaccio”, scritte dallo stesso Gadda. Il commissario afferma che le catastrofi imprevedibili non sono mai la conseguenza di una singola causa, ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui convergono molteplici cause.

Queste parole risuonano nella mente di Caudano perché sente che tutte le ingiustizie del mondo si stanno concentrando in quel momento preciso, e si sente sopraffatto da una sensazione di tristezza e disperazione. Ma, come Carnesecchi, anche lui riesce a superare questo momento e a trovare la forza per andare avanti.

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