Una volta c’era il “ghisa” fuori dalle scuole. A Milano lo chiamavamo così per il cappellone che storicamente doveva essere di quella lega metallica (poveri, chissà che mal di testa), ma il vigile urbano davanti agli istituti scolastici era una regola in tutta Italia. Alle elementari ci dava sicurezza, magari se i genitori tardavano a venire a prenderci, alle medie ci dava il senso civico di uno Stato che presidiava le proprie scuole, al liceo ci beccava regolarmente uscire in due sul “cinquantino”. Non ci starebbe bene anche adesso?

Sono cambiati i tempi e il tessuto sociale è diverso, ma facciamo degli esempi voltiani. Via XX settembre a Como all’entrata e uscita dei bimbi: un delirio. Lo stesso via Cavallotti angolo via Garibaldi: 3-4 strati di automobili. Per non parlare davanti a tante altre scuole di ogni ordine e grado, via Cattaneo, via Brambilla, via Gramsci, via Rezia. Ma non lo vogliamo lì per punire i comportamenti scorretti, bensì per disciplinare, ordinare, prevenire guai grandi e piccoli.

Per rispetto non solo dei malcapitati che in quel momento, che dura anche mezz’ora, hanno la sfortuna di transitare in quelle vie, ma pure per gli stessi genitori e nonni che si accalcano disordinatamente e affannosamente per recuperare i propri bambini. Mettetevi poi nei panni di un povero soggetto che deve uscire da un regolare parcheggio, magari in fretta, cosa ne sappiamo dei fatti della gente, e che si trova due-tre file di automobili piazzate davanti che lo bloccano. Per non dimenticare la sicurezza dei bambini stessi recuperati alla bell’e meglio.

Esempi? Abbiamo visto non solo genitori, ma anche attempati nonni portarseli via sul proprio monopattino elettrico, senza casco ovviamente. Bambini schiaffati sui sedili anteriori e posteriori delle auto, senza ombra di cinture di sicurezza. Ragazzini sul portapacchi, sì, non seggiolini, di biciclette stancamente pedalate da genitori e nonni regolarmente al telefono. Bambini anche molto piccoli (anche nell’ovetto) in automobili in seconda fila abbandonati a sé stessi mentre il genitore è andato a recuperare fratelli o sorelle. E a proposito di telefono, un tripudio di automobili abitate, in partenza, in arrivo, in giacenza, sempre e costantemente da un conducente con il cellulare all’orecchio. Questo nonostante le recenti cosiddette “strette” sul codice della strada, che siamo ancora ansiosi di vedere applicate nella quotidianità.

Ma tornando alle scuole, è così difficile metterci un vigile urbano, adesso bisogna dire poliziotto locale, davanti? Magari non a tutte, magari a rotazione, magari a sorpresa. Ovviamente solo negli orari di entrata e uscita. Ripeto, non per fare cassa, ma per prevenire. Non ci sono le risorse? Mah. È impressione di tutti che i vigili, scusate, poliziotti municipali o locali, non siano tutti in giro a presidiare il territorio, anzi. Un tempo era diverso, oppure, chi lo sa, li beccavo tutti io. Adesso c’è solo una pattuglia che gira, ma se ha un incidente stradale da gestire o far rimuovere un’auto, resta bloccata un’ora in quel posto.

E gli altri vigili dove sono? Una volta sono andato alla sede della Polizia Locale di viale Innocenzo XI per pagare una multa, ne ho contati otto nello stesso ufficio. Non discuto minimamente l’indispensabilità degli stessi in sede, ma diamine, non possono fare un piccolo passaggio prima fuori dalle scuole e poi andare in ufficio?

E a proposito di sicurezza, siamo sicuri che anche un po’ di micro-spaccio fuori dalle scuole superiori non sarebbe evitabile? Con un vigile davanti intendo. Esagero, perché è un ricordo del liceo, anche in borghese! Ultimissima ideona: se proprio mancano le risorse, perché non pensare una sorta di “ausiliari del traffico davanti alle scuole”? Sul modello di quelli che girano a bastonare (multare) le auto parcheggiate, ci potrebbero essere dei soggetti incaricati e ben visibili con pettorina identificabile che regolamentano la varia e disordinata umanità davanti alle scuole.

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