Un atto di coraggio si è svolto sabato sera a Milano, in via Arquà, quando il maresciallo Giuseppe Merlino, insieme al collega Raffaele Bonavita, ha rischiato la propria vita per salvare un rider pakistano intrappolato in un appartamento in fiamme. Senza protezioni, i due carabinieri si sono gettati nel fuoco e sono riusciti a tirare fuori il giovane, che ora è ricoverato in ospedale in condizioni gravi ma vive.

Il maresciallo Merlino ha raccontato di aver provato paura, ma quella paura che ti rende vigile e ti fa agire in modo lucido e veloce. Conoscendo le proprie capacità, si è detto: “Ce la faccio”. In pochi minuti o secondi, il soffitto dell’appartamento avrebbe potuto crollare, ma i carabinieri sono riusciti a intervenire in tempo. Hanno utilizzato una bici come ariete per abbattere la porta e hanno evitato che le bombole di gas presenti nell’appartamento esplodessero.

Il maresciallo Merlino ha sottolineato che si è trattato di una concatenazione di eventi fortunati che ha evitato una tragedia. Ora, il desiderio è che il ragazzo salvato si riprenda e i carabinieri sperano di poterlo visitare presto.

Il maresciallo ha poi raccontato cosa è successo sabato sera. Mentre transitavano in via Arquà, hanno notato delle persone uscire dal civico 16. Nessuno aveva ancora chiamato il numero di emergenza 112, quindi i carabinieri si sono precipitati all’interno dell’edificio. Le fiamme erano alte e il fumo riempiva tutto. Hanno iniziato ad evacuare le persone, accompagnandole fuori dall’edificio. Circa quaranta persone sono state salvate.

Successivamente, qualcuno ha comunicato loro che c’era una persona intrappolata all’interno dell’appartamento in fiamme. Nonostante la porta fosse chiusa a chiave e emettesse fumo, i carabinieri si sono concentrati sull’evacuazione degli altri piani. Un residente ha confermato che c’era qualcuno all’interno e a quel punto è diventato la loro priorità. Il maresciallo Merlino ha deciso di sfondare la porta con calci e ha avuto la fortuna di trovare un telaio di bici da utilizzare come ariete. Dopo qualche minuto, la porta si è aperta e il maresciallo si è gettato dentro. Nonostante il fumo e il calore, è riuscito a trovare il ragazzo, privo di sensi e con segni di ustioni sul volto. Lo ha preso dai piedi e il collega lo ha tirato fuori. Nonostante le condizioni dell’aria fossero insopportabili, i carabinieri sono riusciti a sopravvivere.

Dopo aver salvato il giovane, hanno iniziato a praticargli il massaggio cardiaco. Dopo qualche minuto, il ragazzo ha ripreso a respirare. Le fiamme si stavano avvicinando a loro, quindi il maresciallo Merlino ha caricato il ragazzo sulle spalle e insieme al collega, sono scesi le scale e hanno raggiunto via Padova, dove hanno consegnato il giovane ai soccorritori.

Successivamente, i carabinieri sono tornati all’interno dell’edificio per continuare l’evacuazione delle altre persone.

Il maresciallo Merlino ha sempre desiderato diventare un carabiniere fin da bambino. Nonostante sia un lavoro difficile, crede che tutti i carabinieri sperino di poter dimostrare il proprio valore. Si tratta di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e di cercare di fare la cosa giusta.

Il maresciallo spera che le persone che vivono a via Arquà ora vedano i carabinieri, i vigili del fuoco e i soccorritori come alleati e non solo come una presenza fastidiosa. Spera che abbiano capito che queste persone sono lì per aiutare e sono disponibili in qualsiasi momento per chiunque abbia bisogno.

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