Le richieste di condanna per gli imputati coinvolti nel processo Tallarita sono state presentate, dopo che gli imputati hanno scelto il rito abbreviato. Le conclusioni sono state fatte ieri, con la sentenza prevista per il prossimo 19 gennaio. In quella data, Francesco Tallarita dovrebbe patteggiare una pena di 4 anni insieme ad altri 6 imputati. Per quanto riguarda gli imputati che hanno scelto l’abbreviato, il pm Marco Santini ha formulato le seguenti richieste di condanna: 5 anni e 4 mesi per Angela Galbiati, funzionaria dell’ufficio Lavori pubblici a Pessano con Bornago, 1 anno e 4 mesi per Francesco Bonasera, in servizio all’ufficio tecnico di Desio, 1 anno per Carlo Oggionni, dipendente in municipio a Pessano, 2 anni e 8 mesi per Maurizio Cazzaniga, del settore territorio presso il comune di Biassono, 3 anni e 4 mesi per Maria Cidoni, moglie di Tallarita, 2 anni e 2 mesi per Enrico Rivolta e Massimo Sangiorgio, architetti presso il comune di Biassono.
Secondo gli inquirenti, l’inchiesta su Tallarita ha rivelato uno “spaccato criminale allarmante e inquietante”. Tallarita, un imprenditore incensurato, avrebbe creato una rete di contatti che gli permetteva di ottenere numerosi appalti di piccola o media rilevanza. Si stima che il totale degli appalti sia di due milioni e mezzo di euro, con un profitto illecito di circa 260mila euro, la stessa somma che gli era stata sequestrata in primavera. Tallarita avrebbe utilizzato tre società a lui riferibili, che venivano utilizzate a turno per aggirare il principio di rotazione degli affidamenti.
Nel frattempo, la Provincia di Monza e Brianza si è ritirata dal processo, ritirando la costituzione di parte civile sul processo dei lavori di manutenzione del verde. L’Ente pubblico è riuscito a ottenere un risarcimento dei danni dai suoi dipendenti imputati e dall’imprenditore stesso, insieme alla sua azienda ora commissariata. Tallarita sta anche trattando con altre parti civili, con l’obiettivo di ottenere il patteggiamento della pena di 4 anni concordato con la Procura.