La violenza di genere non risparmia la Valtellina e la Valchiavenna. Secondo i dati elaborati dalla Squadra Mobile della Questura di Sondrio, sotto la direzione del dirigente Niccolò Battisti, gli autori di questi atti sono spesso italiani di diverse estrazioni sociali. In particolare, la 2ª Sezione della Squadra Mobile, che si occupa dei reati contro la persona, dei minori e delle fasce deboli, ha registrato numerose segnalazioni di casi di violenza di genere nella provincia di Sondrio.

Dal 1 gennaio ad oggi, sono state ricevute 85 deleghe dalla Procura per episodi avvenuti in tutta la provincia. Il dottor Battisti spiega che sono stati seguiti 20 casi di maltrattamenti in famiglia o violenza domestica, 17 casi di atti persecutori e situazioni conflittuali in relazioni sentimentali o nel vicinato. Inoltre, sono stati aperti 28 fascicoli per lesioni aggravate, minacce gravi e molestie, sempre in relazione al Codice Rosso e ai reati connessi. Nove deleghe riguardavano specificamente reati sessuali, per i quali la Squadra Mobile ha collaborato con diverse Procure, tra cui quella di Sondrio, Barcellona Pozzo di Gotto, Vercelli, Sulmona, Ferrara e la Procura dei Minori di Milano.

Il dottor Battisti invita la popolazione a segnalare tempestivamente questi episodi, sottolineando che la Squadra Mobile dispone di personale specializzato in grado di fornire risposte rapide ed efficaci agli Sos. La prevenzione è uno degli obiettivi principali dell’ufficio del dirigente della Polizia Anticrimine, Daniel Segre. Si cerca di far comprendere alle donne quali sono i comportamenti che possono essere indicatori di futuri episodi gravi. Oggi, la segnalazione ha un peso maggiore rispetto al passato, anche se arriva da terze parti. Il questore Mazza emana il provvedimento di ammonimento, che viene notificato da Segre. Contestualmente, viene invitato il destinatario a recarsi presso l’Asst per la presa in carico nell’ambito del protocollo Zeus, che mira al recupero dell’autore delle violenze. L’obiettivo è evitare le recidive. Chi partecipa al programma e ottiene risultati positivi può richiedere la revoca dell’ammonimento dopo tre anni, altrimenti viene certificato come maltrattante. Sono stati organizzati importanti incontri con le scuole e proficui incontri con le forze dell’ordine per affrontare questo problema.

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