Caro Babbo Natale, è da un po’ di tempo che non ti scrivo, più precisamente da quando mi hanno detto che non esisti e che non porti doni. Ma dopo aver “visto cose che voi umani non potreste immaginare”, come i miliardi di euro che l’Europa ci dà, o il fatto che oltre il 90% degli italiani si è vaccinato contro il Covid e quindi il virus si è indebolito (forse è stata opera tua?), ho deciso di provare.

Sono qui per chiederti di occuparti dei cittadini di una bellissima provincia lombarda, Como, che si preparano a festeggiare il Natale con una serie di iniziative nel centro della città. Pista di pattinaggio sul ghiaccio, mercatini, luci, giostre, albero di Natale per gli immancabili selfie (già sentiamo le orde di influencer), stand per le salsicce, eventi, mostre. Potresti pensare che sia bello! Di cosa vi lamentate? Ma da almeno tre mandati amministrativi, chiedo, anzi supplico il sindaco di Como, purtroppo senza risultati fino ad ora, di occuparsi anche della salute dei propri cittadini e non solo del loro portafoglio.

Credo di essere nel giusto perché leggo (dalla riforma costituzionale del titolo V) che “il Sindaco è il responsabile della salute della popolazione del suo territorio”. E quindi da anni urlavo ai vari eletti del municipio di Cernezzi che i comaschi sono stanchi dei serpentoni di auto che si dirigono verso il centro e sul lungolago, dove poi si girano per scaricare anidride solforosa, polveri sottili, monossido di carbonio e altre schifezze. E mi permetto di citare me stesso insieme ad autorevoli colleghi medici della città di Como. Nel 2010, pubblicammo su Neurological Sciences (31: 179-182) un articolo intitolato “L’inquinamento atmosferico è correlato positivamente con l’aumento degli ictus e la mortalità ospedaliera giornaliera: uno studio nell’area urbana di Como, Italia”. Dimostrammo, con dati alla mano, un aumento degli ictus e della loro mortalità correlati all’aumento della concentrazione ambientale di ossido di azoto e PM10. A Como, non chissà dove. Pensavamo che un articolo del genere avrebbe fatto saltare sulla sedia i sindaci e gli assessori, che la polizia municipale avrebbe chiuso le strade della città al traffico e bloccato i riscaldamenti delle case. Zero, potremmo dire ironicamente: ComoZero! Continuarono a riscaldare a pieno regime in qualsiasi struttura pubblica e le auto serpentoni continuarono a percorrere le poche vie di Como. Tutto l’anno ovviamente, ma durante il Natale è un delirio. Allora abbiamo pensato che ci eravamo sbagliati. Abbiamo quindi ripetuto lo studio dopo alcuni anni.

Nel 2017, sempre in collaborazione tra neurologi e cardiologi di Valduce e S.Anna, abbiamo pubblicato su International Journal of Cardiology (2017.06.037) l’articolo “Esposizione a breve termine all’inquinamento atmosferico ed eventi cardiovascolari: uno studio decennale nell’area urbana di Como, Italia”. Confermato: gli ictus e gli infarti cardiaci sono correlati all’aumento della presenza degli stessi inquinanti. Cambiamenti urbani? Chiusure stradali almeno per il Natale? Zero. Ah, sì, orari intermittenti in via Milano (con le lamentele dei commercianti), e il risultato è stato un incubo per le altre strade della città. Ma dobbiamo dirlo, l’attuale sindaco ci sta provando. Durante l’inaugurazione degli eventi natalizi ha auspicato, o meglio pregato: “Venite a Como in treno”. Mi ricorda molto il mio professore di latino e greco che, uscendo dalla classe durante un test, diceva: “Vi raccomando di non copiare”, o come se il questore dicesse “Non rubate”, o il prete ai ragazzi “Non fate sesso”. Perché il proprietario di un SUV in terza fila in viale Lecco “solo per un attimo, per ritirare un pacchetto”, o il conducente di un furgone sul marciapiede di via Dante per una consegna, verranno comunque. A meno che non li fermiamo. A Grandate, o a Camerlata per lunghi periodi diurni o almeno il sabato e la domenica, non in via Milano a orari variabili. E a proposito di consegne, Babbo Natale, convinci gli ecologisti dell’ultima ora che oltre a chiedere piste ciclabili potrebbero fare qualche passo fino al negozio sotto casa per comprare alcuni regali e non farli arrivare al proprio condominio da chissà dove tramite furgoni inquinanti.

L’articolo che hai appena letto è uscito su ComoZero settimanale: ecco dove puoi trovarlo.

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