La rivolta dei detenuti nel carcere di Pavia è stata un episodio di estrema violenza che ha coinvolto anche agenti della polizia penitenziaria. Durante la protesta, diversi carcerati hanno dato fuoco a materassi e altri oggetti presenti nelle loro celle. Mercoledì pomeriggio, due agenti sono stati aggrediti da un detenuto extracomunitario, uno dei quali è un vice sovrintendente di polizia penitenziaria con mansioni di responsabile della sorveglianza generale.
La rivolta è stata organizzata come rimostranza contro la chiusura custodiale avvenuta di recente. Fortunatamente, l’ordine è stato ripristinato in serata senza ulteriori feriti o intossicati. Tuttavia, la situazione penitenziaria in Lombardia è estremamente critica, con un tasso di sovraffollamento record del 142% dei posti disponibili. Attualmente, ci sono 2.581 detenuti oltre il limite previsto dalla legge.
Il segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Alfonso Greco, ha sottolineato che la polizia penitenziaria è spesso lasciata sola ad affrontare la violenza di individui poco inclini al rispetto delle norme penali e di comportamento propri di una società civile. A tal proposito, il nuovo Decreto sicurezza del Governo, che prevede un inasprimento delle pene per i detenuti che aggrediscono il personale di polizia penitenziaria durante la permanenza in carcere, va nella giusta direzione. Tuttavia, è necessario vedere se queste misure saranno effettivamente messe in atto, così come le annunciate espulsioni dei detenuti stranieri ristretti in Italia.
La situazione penitenziaria richiede un’attenzione urgente e soluzioni concrete. È fondamentale garantire la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria, che svolgono un lavoro difficile e rischioso. Allo stesso tempo, è necessario affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, che contribuisce a creare un ambiente di tensione e insicurezza. Speriamo che le autorità competenti prendano seriamente in considerazione queste problematiche e adottino le misure necessarie per migliorare la situazione nel sistema penitenziario italiano.