Insegnante condannata per aver insegnato senza titoli: il caso di Viviana Mazzoni

La vicenda di Viviana Mazzoni, insegnante di lingue straniere residente a Uggiate Trevano, ha scosso l’opinione pubblica in queste ultime settimane. Dopo vent’anni di insegnamento, è stata condannata dalla Corte dei Conti a restituire allo Stato 249mila euro di stipendi indebitamente percepiti. La notizia ha suscitato incredulità e sconcerto nel paese, dove Viviana è una figura conosciuta e stimata, impegnata anche in associazioni di volontariato.

Il marito, Massimiliano Palermo, sostiene che Viviana sia stata vittima di un meccanismo amministrativo e giudiziario che è emerso solo dopo vent’anni. Si chiede come sia possibile che nessun dirigente scolastico o segreteria abbia mai controllato o sollevato dubbi in tutto questo tempo. Secondo Palermo, famiglie e studenti si sono sempre mostrati soddisfatti dell’insegnamento di Viviana.

Il problema sembra risiedere nella produzione di certificazioni false, secondo quanto sostenuto dai magistrati contabili e dalla Procura della Repubblica. Palermo afferma che sua moglie ha frequentato l’Istituto Pessina di Como e l’università Iulm di Milano, laureandosi nel 2001 in lingue e letteratura straniera con un ottimo voto. Sottolinea che tutte le domande negli istituti scolastici sono presentate in autocertificazione e i documenti sono stati forniti su richiesta.

Tuttavia, tre anni fa, l’istituto Caio Plinio di Como ha scoperto incongruenze tra l’autocertificazione e la documentazione presentata da Viviana. In particolare, i titoli di studio sembravano essere falsificati. Palermo ribatte che non è stato falsificato nulla da parte loro, ammettendo solo un errore materiale nella compilazione di un documento all’inizio. Afferma che questa situazione avrebbe dovuto essere risolta lì per lì, ma invece è stato avviato un meccanismo di cui non sono mai stati informati. Al momento, non conoscono nemmeno la sentenza della Corte dei Conti.

Attualmente, due avvocati stanno lavorando per fare chiarezza su una storia lunga vent’anni, in cui Viviana Mazzoni non ha mai ricevuto note o rilievi disciplinari e si è sempre ritenuta in possesso di una laurea in lingue e letterature straniere. Palermo afferma che ci sono controlli pubblici che avrebbero dovuto rilevare eventuali problemi, ma mai nulla è emerso fino a due anni fa. Sottolinea che sua moglie si è ritirata dall’insegnamento senza arrecare danni agli alunni, agli studenti e alle famiglie.

Questa vicenda ha sollevato diverse questioni sul sistema di controllo degli insegnanti e delle loro qualifiche. È importante che vengano prese tutte le precauzioni necessarie per garantire che gli insegnanti siano effettivamente qualificati e in possesso dei titoli richiesti per svolgere il loro lavoro. Allo stesso tempo, è fondamentale che venga garantito un equo processo di verifica e che gli errori o le incongruenze siano affrontati tempestivamente, senza danneggiare la reputazione e la carriera di persone innocenti.

Articolo precedenteLa giovane pakistana che ha sfidato la tradizione a Como
Articolo successivoIl caso del provveditore Giuseppe Bonelli: la truffa della falsa professoressa a Como

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui