Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, un uomo di 35 anni, è stato accusato dell’omicidio di sua madre Fiorenza Rancilio, 73 anni. Durante l’interrogatorio di convalida davanti al giudice Giulio Fanales, Guido ha scelto di non rispondere. Attualmente è ricoverato nel reparto di psichiatria del Policlinico e non riesce a comprendere cosa sia successo mercoledì mattina. Il giudice ha deciso di convalidare il fermo del 35enne e ha stabilito la misura cautelare in carcere, anche se al momento non è stato ancora trasferito a San Vittore a causa del suo stato confusionale. Secondo l’ordinanza del giudice, Guido è incapace di controllare i propri impulsi. Sarà necessaria una successiva valutazione psichiatrica per determinare la sua imputabilità. C’è anche il rischio di fuga, dato che risiede in Svizzera e possiede un ingente patrimonio che potrebbe garantirgli un “mantenimento prolungato” all’estero.
Secondo le indagini dei carabinieri della compagnia Duomo, coordinati dal pm Ilaria Perinu, quella mattina intorno alle 7:30 Guido avrebbe ucciso sua madre colpendola alla testa con un manubrio da palestra. Il luminol ha evidenziato tracce di sangue sul manubrio, anche se non sembrava sporco di sangue, il che fa pensare che sia stato lavato per eludere le indagini. Il motivo del gesto, secondo il giudice, non è riconducibile a un’ipotetica legittima difesa, dato che Guido non aveva segni di lotta sul corpo né macchie di sangue sui vestiti. L’aggressione mortale potrebbe essere spiegata dalla frase pronunciata da Guido poco dopo essere stato trovato nella stanza accanto al corpo della vittima. Il suo “Viva la libertà” evidenzia il collegamento mentale, secondo il gip, tra la morte della madre e la sua tanto desiderata libertà.
L’indagine è ancora in corso e sarà necessario approfondire ulteriormente per comprendere appieno cosa sia accaduto quella mattina. Nel frattempo, Guido Pozzolini Gobbi Rancilio rimane in custodia cautelare in attesa di ulteriori sviluppi del caso.