Un pusher nordafricano è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione per l’attività di spaccio nei boschi di Sangiano. Il Tribunale di Varese ha emesso questo verdetto nei confronti di un 23enne, attualmente detenuto nel carcere di Busto Arsizio.

Il giudice Andrea Crema ha accolto la tesi del pubblico ministero Nicola Ronzoni, che aveva chiesto 4 anni e 8 mesi di carcere per l’imputato. Il pubblico ministero ha sottolineato il valore delle informazioni raccolte dalla polizia giudiziaria durante le indagini, dopo aver intercettato alcuni acquirenti che acquistavano piccole dosi di stupefacente dal pusher. Durante l’arresto, il pusher è stato trovato con 1.300 euro in contanti, che per l’accusa costituivano la prova di un’attività di spaccio ben strutturata.

Al momento dell’arresto, lo spacciatore aveva con sé tre sostanze stupefacenti, per un totale di circa cinquanta grammi divisi tra hashish, cocaina ed eroina, e un bilancino. Il giovane è stato sorpreso nel sonno, insieme ad altri due pusher, nel bivacco allestito nell’area boschiva del monte Picuz a Sangiano. Il sindaco del paese, Matteo Marchesi, aveva notato movimenti sospetti e aveva contattato i carabinieri, che hanno effettuato un blitz dopo un lungo appostamento.

I complici del 23enne sono stati giudicati separatamente: uno spacciatore ha scelto il rito abbreviato ed è stato condannato a 5 anni di reclusione, mentre l’altro ha patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi.

Il 23enne è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, legata alle ustioni provocate a un militare del Nucleo radiomobile di Luino che era stato spinto su un braciere acceso nel bivacco. Secondo l’avvocato Simona Ronchi, difensore del 23enne, non è stato possibile determinare quale dei tre spacciatori abbia aggredito il carabiniere. L’avvocato ha inoltre sottolineato le implicazioni sociali del fenomeno dello spaccio nei boschi, che da anni infesta le aree verdi del Varesotto. Secondo l’avvocato, questo fenomeno è alimentato principalmente da giovani che vengono in Italia in cerca di fortuna, finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali e vengono coinvolti nel traffico di droga.

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