Don Valentino Salvoldi, un sacerdote di 78 anni, si trova al centro di un esposto presentato in Procura a Bergamo da “Rete l’Abuso, sopravvissuti agli abusi del clero” e di una segnalazione alla diocesi di Bergamo. Le testimonianze di due uomini, che erano minorenni negli anni ’90, raccontano di baci e carezze durante i ritiri spirituali. Don Salvoldi risponde alle accuse sostenendo che i baci e gli abbracci erano segni di tenerezza e pace, un gesto d’amore verso Dio. Tuttavia, oggi, se fai una carezza a un bambino vieni giudicato un pedofilo. Attualmente, gli avvocati di Milano stanno lavorando per fornire tutti i chiarimenti e sperano che la vicenda possa trovare una rapida soluzione.
La diocesi di Bergamo ha dichiarato di aver attivato le procedure previste dal diritto canonico e di impegnarsi nella tutela e protezione dei minori. La piena dignità e inviolabilità di ciascuno sono valori fondamentali che devono essere custoditi e protetti. Uno dei testimoni ha raccontato che don Valentino aveva creato una realtà alternativa in cui invitava a esplorare il proprio corpo. L’altro testimone ha dichiarato che don Valentino aveva 35 anni più di lui e che i suoi baci erano sgradevoli, ma accettava tutto come parte dell’esperienza speciale proposta dal sacerdote. Ha anche riferito di essere stato spinto a lasciare la ragazza e a rompere con gli amici, arrivando a pensare al suicidio.
Don Salvoldi, nel suo sito web, racconta di aver studiato e insegnato per molti anni. Riporta anche la lettera di un sacerdote africano che ha partecipato a uno dei campi scuola nel 1997 e parla di affetto espresso attraverso abbracci e altri gesti, definendo l’esperienza come una straordinaria fraternità.
È importante che queste accuse vengano esaminate attentamente e che venga fatta giustizia per tutte le persone coinvolte. La protezione dei minori e degli adulti vulnerabili deve essere una priorità assoluta per la Chiesa e per la società nel suo complesso. Solo così potremo garantire un ambiente sicuro e protetto per tutti.