La Long Flu, o influenza prolungata, è una condizione più grave e duratura rispetto all’influenza stagionale. Si caratterizza per un persistente senso di stanchezza, affaticamento e una sensazione di spossatezza, accompagnati da un recupero lento dai sintomi respiratori. A differenza dell’influenza tradizionale, che solitamente dura una settimana, la Long Flu può protrarsi per diverse settimane, fino a 3-4, e può portare a complicazioni batteriche. Questo è dovuto alla riduzione delle difese immunitarie che si verifica nella fase post-acuta.

Il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università Statale di Milano spiega che la Long Flu è stata precedentemente osservata con alcuni ceppi influenzali più debilitanti. Tuttavia, il Long Covid rappresenta il punto critico e preoccupante. Secondo il professor Walter Ricciardi dell’Università Cattolica di Roma, questo aspetto viene spesso sottovalutato, specialmente il rischio di reinfezioni.

Ricciardi sottolinea l’analisi del medico e scienziato americano Eric Topol, il quale ha evidenziato che le persone che si infettano più volte sono maggiormente predisposte al Long Covid. Infettarsi ripetutamente con il virus, anche due o tre volte, può rendere le persone vulnerabili alle gravi conseguenze del Covid-19. È per questo motivo che il Long Covid preoccupa di più rispetto alla Long Flu, in quanto può avere implicazioni durature sulla salute delle persone coinvolte.

È fondamentale prestare attenzione a questi rischi e adottare tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus. Le vaccinazioni, il rispetto delle norme di distanziamento sociale, l’utilizzo delle mascherine e l’igiene delle mani sono tutti strumenti essenziali per proteggere noi stessi e gli altri da questa malattia. Non dobbiamo sottovalutare il potenziale impatto a lungo termine del Covid-19 sulla nostra salute e agire di conseguenza per prevenirne la diffusione.

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