La cava Molinara di Desio, conosciuta come “cava della ‘ndrangheta”, sta per compiere 16 anni dalla sua scoperta nel 2024. In tutti questi anni, poco o niente è stato fatto per bonificare l’area e rimarginare la ferita sul territorio. Nonostante sia un’operazione complessa e costosa, nessuna delle amministrazioni che si sono succedute ha fatto passi significativi in questa direzione. Recentemente, il Comune ha compiuto un piccolo ma importante passo per la salvaguardia della salute pubblica: ha affidato il servizio di monitoraggio delle acque che scorrono sotto la cava a un’azienda specializzata di Milano.

Il Comune sta procedendo alla caratterizzazione di un’ampia area interessata in passato da operazioni di cava abusiva e successivamente utilizzata come discarica abusiva. Questa area si estende tra la Valassina, via Molinara e lo svincolo Desio Nord. Sono stati posizionati quattro piezometri, due a monte e due a valle del corpo dei rifiuti, fino a una profondità di meno 58 metri. Ora è necessario procedere al monitoraggio delle acque sotterranee, come previsto dal Piano di caratterizzazione approvato con la Conferenza dei Servizi l’8 maggio 2018.

Il servizio di monitoraggio sarà sviluppato in cinque fasi: la preparazione delle piste di accesso ai piezometri, il campionamento delle acque con attrezzatura adeguata in collaborazione con l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, l’assistenza al prelievo delle acque con un furgone dotato di cisterna per lo stoccaggio, le analisi di laboratorio sulle acque e infine lo stoccaggio temporaneo delle acque in un luogo adeguato.

Il Comune ha stanziato oltre 11mila euro per questo servizio. L’obiettivo è accertare che i rifiuti sotterrati dai malviventi, che ammontano a 180mila tonnellate, non abbiano provocato il percolamento di sostanze inquinanti nella falda. Tra i rifiuti sono stati rinvenuti materiali contenenti idrocarburi incombusti, oli esausti, piombo, cadmio e cromo. I risultati delle analisi saranno utili per comprendere i prossimi passi di questa drammatica vicenda per l’ambiente, che grazie all’operazione della polizia provinciale ha permesso di far emergere gli affari della malavita organizzata nel settore dei rifiuti. Si tratta di una ferita profonda che da 16 anni attende di essere rimarginata.

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