Nuovi elementi potrebbero far luce sulla morte di Simone Mattarelli, il giovane operaio di Cantù trovato impiccato all’interno di una fabbrica il 3 gennaio 2021 a Origgio. Secondo le analisi effettuate, sotto le sue unghie sono state trovate tracce biologiche di un’altra persona e nelle urine una concentrazione di cocaina non compatibile con la fase depressiva successiva all’assunzione. Questi risultati hanno portato la famiglia del giovane a sostenere che non si tratta di un suicidio, ma di un omicidio.

Fin dall’inizio, la famiglia di Simone Mattarelli non ha mai creduto alla tesi del suicidio. Dopo aver effettuato delle consulenze di parte, è emerso che potrebbe trattarsi di un omicidio. La madre e il fratello del ragazzo affermano che Simone era pieno di vita e di progetti e che non avrebbe mai compiuto un gesto estremo.

Il giovane gommista, da poco assunto a tempo indeterminato, è stato trovato morto dopo un inseguimento da parte dei Carabinieri. Secondo quanto ricostruito, Simone aveva assunto cocaina quella sera e, forse a causa di ciò e per aver violato il coprifuoco anti-Covid in vigore all’epoca, ha deciso di non fermarsi all’alt dei militari, scappando per tutta la notte su una Bmw nera attraverso vari comuni della Brianza, del Comasco e del Varesotto, fino a terminare la sua corsa in un’area di campagna a Origgio. Durante la fuga, ha contattato telefonicamente il padre inviandogli anche la sua posizione tramite WhatsApp. Poi di lui si sono perse le tracce fino a quando è stato trovato impiccato con la sua cintura al macchinario di una ditta.

La Procura di Busto Arsizio ha archiviato il caso come suicidio, respingendo la richiesta della famiglia di riaprire le indagini. Tuttavia, i parenti di Simone non si sono dati per vinti e hanno voluto effettuare ulteriori accertamenti per far luce su aspetti poco chiari. Gli esami effettuati hanno rivelato tracce di un DNA diverso da quello di Simone sotto le sue unghie e una concentrazione elevata di cocaina nelle urine, non compatibile con lo stadio depressivo. Questi risultati contraddicono la tesi della Procura sul suicidio per down da cocaina.

L’avvocato della famiglia, Roberta Minotti, ha dichiarato di voler chiedere la riapertura del caso una volta raccolto ulteriore materiale. Questi nuovi elementi potrebbero aprire un nuovo capitolo sulla morte del giovane operaio di Cantù.

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