ARCISATE – Il tentato omicidio avvenuto la sera del 5 gennaio a Arcisate ha scosso la comunità. Il responsabile, un giovane di 23 anni, si è costituito alle autorità poco dopo il crimine. I carabinieri, grazie alle telecamere di sicurezza, avevano già individuato la sua auto, una Fiat 500 bianca, e avevano perquisito la sua abitazione a Cuasso al Monte, dove avevano trovato due cartucce identiche a quella utilizzata per ferire gravemente un 25enne.
La vettura, intestata a una società svizzera di noleggio auto, era già stata fermata per controlli a dicembre e il 4 gennaio. I carabinieri, quindi, erano a conoscenza dell’identità del conducente, un volto già noto alle forze dell’ordine. Infatti, a marzo dello scorso anno, il giovane era stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione per l’incendio doloso che aveva distrutto dieci mezzi della Eco S.e.i.b, sempre ad Arcisate.
Il giovane è stato arrestato e la sua custodia cautelare in carcere è stata convalidata. L’accusa a suo carico è di tentato omicidio: il pubblico ministero non ha dubbi sulla sua volontà di uccidere il 25enne. Sia l’arma utilizzata, un fucile da caccia, sia il fatto che abbia mirato ad una zona vitale, confermano questa teoria. Il 23enne viene descritto come una persona aggressiva, spregiudicata e noncurante delle regole e delle conseguenze dei suoi atti. La decisione di detenerlo in carcere è stata presa anche per la convinzione dei magistrati che ci fosse un concreto pericolo di fuga.
Le ragioni di questa follia, avvenuta nel centro abitato la vigilia dell’Epifania, sono ancora in fase di ricostruzione. Si suppone che i due ragazzi abbiano avuto una lite all’interno di un bar, forse a causa di una ragazza, ma questa circostanza deve ancora essere chiarita. Due amiche della vittima hanno riferito che il 25enne aveva perso il cellulare dopo aver litigato con un coetaneo, forse proprio l’aggressore. Ciò che è certo è che la Fiat 500 del 23enne è stata ripresa dalle telecamere poco prima della sparatoria, nel momento dell’aggressione, e poco dopo mentre fuggiva in direzione di Viggiù.
Un post inquietante pubblicato alle 2.30 di sabato 6 gennaio sul profilo social del 23enne ha ulteriormente sconvolto: “Ricordatevi sempre con chi avete a che fare, che quello che vi sdraia lo trovate”. Il post è stato poi rimosso. Il giovane ha un lungo elenco di precedenti, tra cui l’arresto per l’incendio doloso ai mezzi della Eco S.e.i.b, forse come vendetta, e un secondo arresto nel luglio dello scorso anno. In quell’occasione, per evitare un controllo dei carabinieri, il giovane aveva causato un incidente durante la fuga, senza fermarsi, e alla fine era stato bloccato dopo un inseguimento. Addosso gli erano stati trovati scacciacani senza bollino rosso, un coltello e un tubo di ferro lungo 47 centimetri. Era stato arrestato per resistenza.