Angelo Busi, un avventuriero di 32 anni di Mapello, ha trascorso la vigilia di San Silvestro in modo molto diverso rispetto alla maggior parte delle persone. Mentre molti erano seduti a tavola o in vacanza, lui si è lanciato da una vetta delle Orobie con il suo parapendio. Questa volta è stato il Pizzo Recastello, che si trova ad un’altitudine di 2.886 metri, a fare da sfondo alla sua impresa.

Come raccontato da Angelo a L’Eco di Bergamo, la sua giornata è iniziata alle 6 del mattino del 30 dicembre 2023. Armato di ramponi, ha iniziato l’ascesa da Valbondione fino alla cima della montagna, passando per il canale nord. Quattro ore di viaggio che si sono trasformate in sette una volta raggiunta la vetta. Infatti, Busi ha dovuto aspettare tre ore affinché il vento raggiungesse una velocità di sette-otto chilometri all’ora, in modo da poter partire in sicurezza.

Nonostante il ritardo nel decollo, grazie al bel tempo e alla compagnia di alcuni alpinisti, il tempo è trascorso velocemente. Poi è arrivato il momento clou, quando il 32enne si è librato in cielo agganciato al suo parapendio. Dopo aver lasciato i ramponi, ha volato in discesa verso Valbondione per circa quindici minuti, godendosi una prospettiva insolita sullo spettacolare paesaggio innevato delle Alpi Orobie.

Questo non è certo il primo volo avventuroso per Angelo Busi. In altre occasioni, è decollato dal Pizzo Coca nel dicembre 2016, dal Pizzo Redorta nel febbraio 2020 e la scorsa estate dal Pizzo del Diavolo di Tenda. Le sue discese, come quella di Valbondione, vengono spesso immortalate in video che poi pubblica sui social media.

L’audacia e la passione di Angelo Busi per il parapendio sono ammirevoli. Non tutti avrebbero il coraggio di lanciarsi da una vetta così alta. La sua determinazione e la sua voglia di vivere avventure uniche lo rendono un esempio per tutti coloro che cercano emozioni forti e nuove sfide. Non vediamo l’ora di scoprire quali saranno le prossime avventure di Angelo Busi e di poterle ammirare attraverso i suoi video.

Articolo precedenteI Taiocchi di Curno: la rinascita della cucina tradizionale a Bergamo
Articolo successivoLa misteriosa morte del sacerdote a Ponte San Pietro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui