Cambiamenti climatici repentini, soccorsi in condizioni precarie

La giornata di ieri è stata caratterizzata da maltempo in tutta Italia, con un triste episodio che ha colpito da vicino il nostro territorio. Questo episodio rappresenta l’ultimo conto che la montagna chiede a coloro che vi si avventurano per riporre la propria vita.

Sia d’estate che d’inverno, le insidie che si possono trovare sui sentieri sono imprevedibili e talvolta fatali. Il CAI di Legnano ha spiegato l’attrezzatura corretta per un’escursione, ma è il Presidente della Protezione Civile di Legnano, Giuliano Prandoni, a mettere in guardia sui rischi che corrono i soccorritori.

Il Corpo Nazionale della Protezione Civile è spesso chiamato in zone impervie per aiutare anche il Soccorso Alpino. “La montagna non perdona, partiamo da questo dato di fatto per spiegare le varie situazioni che ci troviamo di fronte, sia con il bel tempo che con il cattivo tempo. Spesso siamo chiamati ad operare in zone impervie. L’incidente può accadere anche a chi è esperto, ma è importante essere accurati e prudenti”.

Ciò che preoccupa particolarmente Prandoni è la repentinità dei cambiamenti climatici. “È importante non lasciarsi prendere dalla voglia di arrivare in vetta, anche se non si è nelle condizioni adatte per farlo. I continui mutamenti delle condizioni atmosferiche a cui stiamo assistendo in questo periodo, spesso sottovalutati, sono estremamente pericolosi. Un sentiero già difficile per gli esperti diventa ancora più difficile per i soccorritori, che poi devono operare in condizioni precarie, magari senza un appoggio per l’elisoccorso che comunque interviene, ma mettendo a rischio la loro vita”.

“È importante, quindi, oltre ad avere l’attrezzatura adeguata, non avventurarsi su sentieri sconosciuti o non essere in buona forma fisica. Bisogna prestare attenzione alle condizioni meteorologiche e evitare di fare fuori pista, dove il rischio è ancora maggiore, anche in una pista sicura. In montagna, occorre avere la testa”.

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Jessica Urbani

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