Addio a Fabio Travalca Cupillo: una tragica morte in Svizzera

Il 11 gennaio 2024 è un giorno triste per la città di Cantù. Fabio Travalca Cupillo, noto come Fabio “Leon” per il nome del suo bar in via Ariberto, è morto a soli 47 anni nella sua nuova casa in Svizzera. Questa notizia ha lasciato tutti increduli, poiché Fabio era un uomo sorridente, pieno di energia, sempre pronto a scherzare. Era un barista, ma anche un addetto alla sicurezza, conosciuto come buttafuori, e aveva lavorato come accompagnatore di VIP in diversi locali, sia in città che sul lago di Como e nelle gallerie di negozi.

La sua morte è stata causata da un’intossicazione da monossido di carbonio, avvenuta nella sua casa in Svizzera, dove viveva da alcuni anni. La tragedia è avvenuta durante le vacanze di Natale, e all’inizio molti amici hanno pensato che si trattasse di uno scherzo, ma dopo alcuni giorni è cresciuta la preoccupazione. Infine, un familiare ha lanciato l’allarme e quando la porta è stata forzata, purtroppo non c’era più nulla da fare. La famiglia ha confermato che la morte è stata causata dall’intossicazione da monossido di carbonio. Secondo alcuni amici, la causa potrebbe essere stata una distrazione fatale: Fabio aveva portato all’interno della casa la griglia per il barbecue.

La tragedia si è svolta a Briga-Grils, nel Canton Vallese, dove Fabio lavorava come operaio specializzato in cantieri di trivellazioni in montagna. I suoi amici non trovano parole per descrivere il dolore che stanno provando in famiglia in questo momento così difficile. I funerali si sono svolti nei giorni scorsi nella Chiesa di Cristo Re a Capo d’Orlando, in provincia di Messina, la città siciliana dove vive la sua famiglia.

Il Bar Leon, gestito da Fabio, era un luogo frequentato, soprattutto nelle serate del mercoledrink e del fine settimana. I suoi colleghi lo ricordano come un bravo barista e un buttafuori affidabile. Ha lavorato anche allo Spazio, un noto locale notturno in piazza Garibaldi. Massi Fontana, del 7’s Joe Café, lo ricorda come un ragazzo sorridente e gentile. Sebastiano Pirrotta, cuoco, lo descrive come una persona gioviale e di grande bontà, ed è stato un brutto colpo scoprire quanto successo. Michele Ferri, del San Rock Café, ricorda i tempi in cui il bar si trovava in un’altra posizione, tra via Risorgimento e piazza San Rocco, e Fabio lavorava come buttafuori. La sua frase tipica alla fine della serata era: “Allora ragazzi, andiamo a casa, non ce l’avete una panchina, un ponte, quattro cartoni dove dormire?”. Nel corso degli anni, questa frase è diventata uno standard che i clienti ripetono all’orario di chiusura. Fabio amava i suoi cani, soprattutto i suoi bull terrier, tanto che la foto con uno dei suoi cani è stata utilizzata per il manifesto funebre. Amava anche le arti marziali miste e il pugilato.

La sua morte ha suscitato molti commenti su Facebook, in cui gli amici e i conoscenti esprimono il loro dolore e la loro incredulità. “Sembra impossibile non poter più sentire la tua risata”, scrive qualcuno. “Mi avevi detto: non sparire mi raccomando, che lo fai sempre. Stavolta sei stato tu a sparire. Non ci rivedremo in Svizzera come avevamo detto di fare, ci rivedremo in un posto più bello”, scrive un altro.

È una grande perdita per Cantù e per tutti coloro che conoscevano Fabio Travalca Cupillo. Il suo sorriso e la sua gentilezza saranno sempre ricordati.

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