Le indagini dei carabinieri per ricostruire l’accoltellamento di San Donato continuano. Due studenti di 16 anni del Centro di formazione professionale di via Parri sono stati coinvolti in una lite che si è poi trasformata in un accoltellamento. L’episodio è avvenuto venerdì alle 12. I ragazzi hanno iniziato a litigare a scuola, ma la discussione è proseguita in strada dopo la fine delle lezioni e si è aggravata al punto che uno dei due ha estratto un taglierino e ha colpito l’altro all’addome. Il ferito è stato ricoverato al Niguarda con una prognosi di 60 giorni, mentre l’aggressore è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Questo episodio riporta l’attenzione sull’aggressività e il disagio giovanile e si aggiunge ad altri fatti, anche se meno gravi, accaduti di recente nelle scuole di San Donato. Lo scorso novembre, la scuola media Galileo Galilei di via Croce Rossa è stata oggetto di un grave atto vandalico da parte di un gruppo di sconosciuti che ha messo a soqquadro le aule, arrivando persino a imbrattarle con urina ed escrementi.

La scorsa settimana, uno studente della scuola elementare di via Libertà ha portato a scuola un grosso accendino a gas nascosto nello zaino e, eludendo la sorveglianza del personale, ha appiccato un piccolo incendio in una delle aule. Ora, con questo ultimo episodio di ferimento con arma bianca, la città e non solo, si interrogano. Ci sono molte domande aperte, dal ruolo educativo delle famiglie a quello della scuola.

“Inutile scatenare una caccia ai colpevoli. I genitori oggi sono molto fragili e vanno supportati. Anche la scuola deve ritrovare la sua dimensione di contesto di relazioni, al di là di interrogazioni e nozionismo. Bambini, adolescenti, educazione: questi temi devono tornare al centro del dibattito ed essere oggetto di investimenti”, è il parere di Daniele Novara, noto pedagogista che collabora anche con il Comune di San Donato. Proprio il Comune “sta facendo la sua parte, con gli incontri della Scuola genitori e la distribuzione del libretto Educati e felici. Bisogna partire dai più piccoli per ottenere risultati, che comunque si potranno cogliere solo nel tempo – prosegue l’esperto -. E fin da piccoli i ragazzi vanno educati a gestire conflitti e aggressività”.

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