Reato estinto per la finta prof che ha insegnato senza laurea
Nessuna condanna per la finta professoressa smascherata dagli uffici del Caio Plinio di Como, e finita sotto accusa per falso e truffa aggravata. Viviana Mazzoni, la donna di 49 anni che per circa vent’anni ha insegnato lingue – inglese e tedesco – ai ragazzi delle scuole medie e superiori senza mai aver conseguito la laurea, ha ottenuto l’estinzione del reato in seguito al periodo di messa alla prova a cui si è sottoposta.
Una storia incredibile. La vicenda aveva fatto scalpore, anche a livello nazionale. Soprattutto dopo che, nelle scorse settimane, la Corte dei Conti della Lombardia ha condannato la donna – che risiede a Uggiate Trevano – a pagare un danno erariale di poco inferiore al quarto di milione di euro. Le indagini avevano portato alla luce il fatto che dall’anno scolastico 2003/2004 Viviana Mazzoni aveva di fatto svolto l’attività di supplente presso diversi istituti scolastici della provincia di Como, rilasciando dichiarazioni sostitutive di atto notorio e di certificazione riguardanti il possesso dei titoli di studio, in particolare il diploma magistrale e la laurea in lingue e letterature straniere. Il 19 ottobre 2020, però, la dirigente scolastica del Caio Plinio ha avviato una verifica sui titoli in possesso della supplente, che aveva preso servizio il 18 settembre e avrebbe dovuto insegnare per tutto l’anno scolastico. I controlli hanno rivelato che la donna non solo non aveva conseguito alcun titolo accademico presso lo IULM, come da lei dichiarato, ma che non aveva neppure conseguito il diploma magistrale alle Canossiane. La cosa incredibile è che fino a quel momento nessuno si era accorto di nulla.
Eppure la “professoressa” aveva insegnato come supplente di lingue (inglese e tedesco) a Lurate Caccivio, Uggiate Trevano, Appiano Gentile, Cermenate, Valmorea, Binago, Villa Guardia, al liceo Terragni e ancora al Caio Plinio in passato senza essere scoperta. Solo nel 2021 è giunto il provvedimento ministeriale di esclusione della finta prof dalle graduatorie provinciali per le supplenze. Un atto nel quale si legge “che il dirigente dell’Università chiamata in causa ha dapprima dichiarato che la signora Mazzoni è stata iscritta fino al 4° anno del corso di laurea in lingue e letterature straniere per poi incorrere in decadenza dalla qualità di studente in applicazione del regolamento di ateneo; che il Caio Plinio ha chiesto all’interessata di produrre copia conforme all’originale del diploma di laurea; che dopo alcuni mesi, la signora Mazzoni ha prodotto la richiesta copia conforme con il relativo certificato di laurea con votazione; che con mail 9 Aprile 2021, il dirigente della segreteria studenti dello IULM di Milano, dopo aver effettuato le dovute verifiche, ha confermato “l’apocrifia dei documenti prodotti dalla signora Mazzoni”, segnalando al contempo il deposito di denuncia-querela presso la Procura”.
Proprio in seguito a quella querela – ma non solo – il pubblico ministero Mariano Fadda aveva formalmente accusato la finta professoressa di truffa e falso. E aveva chiesto il rinvio a giudizio. L’imputata, attraverso il proprio legale, ha fatto istanza di messa alla prova con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. E nelle scorse settimane è tornata davanti al giudice delle udienze preliminari, che ha preso atto dell’avvenuto periodo di messa alla prova dichiarando così l’estinzione del reato e il non doversi procedere penalmente. Resta, invece, la condanna al pagamento del danno erariale: complessivamente la Corte dei Conti ha stabilito la condanna in 247.673 euro, a titolo di restituzione degli stipendi indebitamente conseguiti.