I social network e l’uso inappropriato dei social: una questione di educazione

La tragica vicenda di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano, ha sollevato una serie di riflessioni sul ruolo dei social network e sull’uso che se ne fa. Secondo Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, l’autorità per le garanzie nella comunicazione, non possiamo imputare ai social il tragico epilogo di questa storia, ma piuttosto l’uso inappropriato, se non addirittura illegale, che se ne fa, veicolando discorsi d’odio.

Secondo Capitanio, non è necessario introdurre nuove leggi, ma è fondamentale educare coloro che utilizzano i social network, sia giovani che adulti, all’uso corretto di questi strumenti. L’incapacità di utilizzare i social in modo educato spesso porta a forme di violenza che il commissario considera una vera e propria malattia: violenza verbale e caccia alla vittima del giorno, come è accaduto in questa storia.

Capitanio ricorda un altro drammatico caso di suicidio, quello di Carolina Picchio, che ha deciso di togliersi la vita dopo che alcuni suoi coetanei hanno diffuso su internet un video girato mentre era incosciente. Da quel tragico fatto, avvenuto nel 2013, è nata una legge contro il cyberbullismo. Capitanio propone l’idea di introdurre una sorta di “patente” per utilizzare i social network, perché se non si conoscono le regole e non si hanno gli strumenti necessari per utilizzarli correttamente, si può fare del male o causare danni. Così come per guidare è necessaria la patente, anche per utilizzare i social network si dovrebbe prevedere un addestramento e delle sanzioni, proprio come avviene per chi non rispetta il codice della strada.

Capitanio si sofferma anche sul caso della presunta falsa recensione che avrebbe portato Giovanna Pedretti al tragico gesto. Dimostrare il reato di istigazione al suicidio è molto difficile data la rapidità con cui si è consumata l’intera vicenda. Capitanio invita a riflettere sull’etica giornalistica e su come la verità venga perseguita e per quali scopi reali.

In conclusione, la vicenda di Sant’Angelo Lodigiano solleva importanti questioni sull’uso dei social network e sull’importanza dell’educazione all’utilizzo corretto di questi strumenti. Non possiamo imputare ai social network la responsabilità di tragedie come queste, ma è fondamentale promuovere una cultura dell’uso responsabile dei social, altrimenti continueremo a essere testimoni di episodi drammatici simili.

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