Sabato 20 gennaio si terrà una celebrazione in onore di San Sebastiano, Santo Patrono della Polizia Locale, organizzata dall’Amministrazione Comunale e dal Comando di Polizia Locale. Saranno invitati a partecipare cittadini, associazioni, autorità e i Comandi di Polizia Locale dei comuni vicini.

L’iniziativa vuole celebrare l’impegno delle donne e degli uomini della Polizia Locale, sempre più in prima linea per garantire la sicurezza della città con nuove professionalità e competenze.

Il programma della giornata prevede il ritrovo in Piazza Vittorio Emanuele II alle 9:30 per l’inquadramento dei veicoli, seguito dalla Santa Messa nel santuario di S. Maria alle 10:00. Alle 10:45 ci sarà la benedizione dei veicoli e dei reparti schierati in Piazza Vittorio Emanuele II, seguita da un momento istituzionale e dai saluti delle Autorità nella Sala Tramogge – Vicolo Molino 2.

Il Breve Pontificio di Pio XII recita: “…San Sebastiano… durante l’impero di Diocleziano fu comandante della corte pretoriana e fu onorato con grandissima devozione… a lui come patrono si consacrano molte associazioni sia militari che civili attratte dal suo esempio e dalle virtù cristiane… per cui costituiamo e dichiariamo per sempre San Sebastiano Martire custode di tutti i preposti all’ordine pubblico che in Italia sono chiamati “Vigili Urbani”…”

San Sebastiano, comandante della polizia urbana dell’epoca (i pretoriani), si dedicava molto all’assistenza e all’aiuto ai poveri e ai bisognosi. Contribuì anche alla conversione del Prefetto di Roma e di illustri magistrati e ufficiali dell’esercito.

Scoperto mentre seppelliva i Santi Claudio, Nicostrato, Castoro e Simproniano, fu sottoposto a un processo sommario e condannato a morte tramite il supplizio delle frecce. Tuttavia, durante la notte, i cristiani che si recarono nel campo per recuperare il suo corpo per la sepoltura si accorsero che Sebastiano era ancora vivo, così lo portarono via e si presero cura di lui.

Ripresasi miracolosamente, per testimoniare la sua fede si recò nel tempio di Ercole dove l’Imperatore Diocleziano stava officiando un rito pubblico; quando l’imperatore vide il soldato, lo fece nuovamente arrestare e condannare a morte: era il 20 gennaio dell’anno 288 d.C.

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