Si avvicina l’ora della sentenza per due delle nove persone coinvolte nel processo per il giro illecito di rifiuti edili legato alla scoperta di una discarica abusiva a Cadegliano Viconago, nel gennaio 2020. Il processo si è svolto a Varese.

Il pm, al termine del processo con rito abbreviato, ha richiesto la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, più una multa di 400 euro, per i presunti gestori dell’area, che si trova vicino al fiume Tresa, a pochi passi dal confine con il Canton Ticino. Inoltre, ha richiesto un anno di arresto e il pagamento di oltre 10mila euro di ammenda per contravvenzioni in materia ambientale.

L’accusa si basa su decine di accessi registrati durante le indagini, il passaggio di macchine e mezzi pesanti utilizzati per il trasporto dei rifiuti, le immagini delle telecamere che documentano gli spostamenti e le informazioni ottenute dai testimoni. Tuttavia, gli avvocati della difesa, Valentina Commisso e Simona Ronchi, sollevano dubbi riguardo all’impianto accusatorio. Secondo loro, la gestione dell’area era nelle mani del padre dei due imputati, deceduto dopo il sequestro del sito, e le immagini presentate nel processo non sarebbero sufficienti a provare il trasporto di rifiuti senza autorizzazione e le altre attività illecite contestate.

La sentenza sarà emessa a febbraio. Gli altri imputati hanno scelto diverse opzioni legali, tra cui il rito ordinario, la messa alla prova, il patteggiamento e l’oblazione. Quest’ultimo ha permesso a una delle persone coinvolte di uscire dal processo dopo aver provveduto alla bonifica di una parte della discarica e aver pagato una multa di 13mila euro.

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