Il dialetto lodigiano è una varietà linguistica parlata a Lodi e nei suoi dintorni. Questa forma di comunicazione ha radici antiche e rappresenta un patrimonio culturale importante per la comunità locale.

Nel mese di gennaio, oltre alle celebrazioni religiose legate a san Bassiano, patrono della diocesi di Lodi, e ai “mercanti della neve”, si ricordano anche altre figure importanti per i giovani. In particolare, si festeggiano sant’Agnese e san Giovanni Bosco, patroni rispettivamente della gioventù femminile e maschile.

Sant’Agnese era una giovane nobildonna romana, nata nel 291 dopo Cristo e martirizzata nel 304, all’età di soli tredici anni. Subì due martirî: prima fu condannata al rogo, ma i suoi capelli non presero fuoco; poi fu decapitata con un colpo di spada alla gola. Per questo motivo, è spesso raffigurata con un agnello accanto a sé.

Tradizionalmente, ogni anno viene offerta al Papa la lana bianca di due agnelli, con cui viene confezionato il “pallio”, un paramento indossato sulle spalle dal Pontefice, simbolo del pastore. Quando ero bambina, sant’Agnese veniva festeggiata con devozione, preparata dalle suore Cabrini, dove andavamo a fare catechismo. Ricordo che quando andavo con le mie amiche alla “sera di sant’Agnese” ci sentivamo grandi, anche perché erano le prime volte che uscivamo di sera. Che freddo in casa delle suore!

San Giovanni Bosco, o don Bosco, era invece un sacerdote molto amato dai giovani. La canzone “Don Bosco, ritorna tra i giovani ancor / ti chiaman frementi di gioia e d’amor…” veniva cantata con passione dai tanti giovani che frequentavano l’oratorio, praticamente tutto Casalpusterlengo. San Giovanni Bosco nacque nel 1815 e morì nel 1888 a Torino. Fondò le congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Dedico la sua vita ai giovani; scrisse molti libri educativi e favorì la creazione di oratori, scuole e seminari. Il suo metodo educativo, chiamato “sistema preventivo”, si basava su tre pilastri: ragione, religione e amorevolezza. Il suo scopo era formare buoni cristiani e onesti cittadini. Il suo motto era “Dammi le anime, prenditi tutto il resto”. Papa Giovanni Paolo II lo definì “Padre e maestro della gioventù”.

Mio marito e i suoi amici quando si incontrano ricordano sempre con piacere e gioia i momenti passati all’oratorio sotto l’ala di don Bosco e dei preti che li accompagnavano. Celentano canta con nostalgia: “…Par quand’ero all’oratorio / con tanto sole / tanti anni fa. / Adesso mi stufi persino di allora / neanche un prete per chiacchierare…”.

Ecco che arriva la predica della nonna, dico ai miei nipoti. Ti la dico: i tempi sono cambiati, i giovani hanno altri interessi, ma state attenti ai “cattivi maestri”. Sono sicura che i vostri santi protettori non vi abbandoneranno mai. Sono lì per voi. Ascoltateli, almeno qualche volta.

DIZIONARIO
büŝéca: trippa, parte dello stomaco di manzo
dersèt: diciassette
deŝnöu: diciannove
filsòn: castagne secche raccolte in lunghe collane
gnànca: neanche
i ve mularàn mài: non vi lasceranno mai
pallio: paramento di lana bianca che viene portato sulle spalle dal Papa
quìndos: quindici
sgusàda: sgozzata
tachém: cominciamo
t’la chi: eccola
vin brulè: vino bollito con spezie

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