Sgarbi che si difende: La mia vita dedicata alla difesa del patrimonio artistico

La mozione delle opposizioni che sarà discussa lunedì 22 gennaio alla Camera è un atto strumentale costruito su insinuazioni e false ricostruzioni diffuse da un giornale, “Il Fatto”, notoriamente organo di propaganda dei 5 Stelle, e da una trasmissione, “Report”, che ha costruito un teorema di supposizioni con il chiaro intento di gettare discredito su di me. Una miserabile e inaudita campagna di delegittimazione, così sfrontata e plateale che i due autori della falsa “inchiesta” da giorni non esitano a rilanciarla sui social facendosi spalleggiare da noti esponenti delle opposizioni. Il giornalismo deve raccontare i fatti, non manipolarli per colpire avversari politici. Le indagini della magistratura, alla quale ho garantito tutta la mia collaborazione, accerteranno la limpidezza del mio operato. La mia vita è stata dedicata alla difesa del patrimonio artistico. Per questo ritengo una violenza insopportabile essere trattato da colpevole, dando credito a mestatori e untori, in un rigurgito di bieco giustizialismo che ci riporta indietro negli anni. Nel merito ribadisco quanto già detto ieri: l’opera rubata non era riferita a Rutilio Manetti, era giustamente ritenuta una “riproduzione”, e non era segnalata né notificata come opera d’arte dalla Soprintendenza che pure aveva vincolato il Castello di Buriasco dove fu rubata un’opera anonima. Vengo accusato di aver fatto esistere, restaurato e attribuito un’opera che non esisteva e non era né registrata né catalogata né attribuita. L’opera nasce con me ed è riconosciuta da me che la presento a Lucca con la logica provenienza da Viterbo, nello Stato pontificio, non da un Castello in Piemonte pieno di copie e “riproduzioni”. Comprendo che le opposizioni debbano manifestare la propria esistenza in vita, ma farlo in nome di menzogne e diffamazioni è una scelta che non rende loro onore.

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