Una violenta sparatoria ha sconvolto la tranquilla città di Seregno, in pieno giorno. Due fazioni familiari, gli Amato e i Romeo, entrambe di origini calabresi, sono state coinvolte in uno scontro che sembra essere scaturito da questioni legate a una relazione finita tra una donna di una delle famiglie e un uomo dell’altra.

Il procuratore Sara Mantovani ha chiesto condanne tra i 9 anni e 8 mesi e i 14 anni di reclusione per i sei imputati coinvolti in questa sparatoria, accusati di tentato omicidio. Tra di loro ci sono i fratelli Cosimo e Giovanni Amato, commercianti di materiali ferrosi di 28 e 48 anni, il 56enne Mario Romeo, ferito nella sparatoria, e i due figli di 32 e 29 anni, venditori di auto usate. Anche un sesto imputato, accusato di favoreggiamento per aver fornito un’auto “sicura” agli Amato, rischia una condanna.

Dopo le conclusioni del pubblico ministero, i difensori degli imputati hanno preso la parola. Il processo è stato rinviato al 19 febbraio, data in cui potrebbe essere pronunciata la sentenza.

Il fatto risale all’11 luglio, quando i due Amato avrebbero sparato diversi colpi di arma da fuoco da un furgone Iveco Daily contro una Fiat Punto grigia, a bordo della quale viaggiava Mario Romeo. L’uomo è stato colpito da due proiettili alla schiena, ma fortunatamente non ha riportato lesioni gravi. Nell’auto c’erano anche i suoi due figli di 29 e 31 anni.

L’agguato è avvenuto in piena mattinata, in una delle strade più frequentate della città, partendo dal parco della Porada e continuando per circa 500 metri, fino all’incrocio tra le vie Wagner e Locatelli. Un episodio di estrema violenza che ha scosso la comunità e che ora attende una giusta sentenza.

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