Condannato per corruzione di minore ma assolto per violenza sessuale: questo è il verdetto emesso ieri, 23 gennaio 2024, dalla Corte d’Appello vaticana riguardo alle accuse mosse dal Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano nei confronti di don Gabriele Martinelli, sacerdote della Diocesi di Como. La notizia è stata resa nota dalla stessa Diocesi.
La vicenda era scoppiata nel 2017 e aveva suscitato scalpore anche in Valtellina, poiché il giovane sacerdote al centro delle accuse era stato assegnato alla parrocchia di Colorina. I fatti erano accaduti a Roma, nel preseminario che dipendeva dalla Diocesi comasca.
La Corte ha ritenuto don Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario San Pio X, non punibile per i fatti contestati fino al 2 agosto 2008, poiché era minore di 16 anni. In relazione al periodo successivo al 9 agosto 2008, invece, è stato assolto dall’accusa di violenza carnale e atti di libidine su un compagno di sette mesi più giovane, che si era costituito parte civile, per insufficienza di prove. Tuttavia, è stato ritenuto colpevole del reato di corruzione di minore per le azioni commesse tra il 9 agosto 2008 e il 19 marzo 2009 nell’istituto in questione, ed è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione e a una multa di 1.000 euro. È stata dichiarata inammissibile la richiesta di risarcimento danni presentata dalla parte civile.
La sentenza di secondo grado è stata emessa al termine di un complesso procedimento, nel quale la Diocesi di Como ha offerto fin dall’inizio la massima collaborazione, mettendo a disposizione del Promotore di Giustizia vaticano il fascicolo relativo all’indagine preliminare condotta dal Delegato vescovile.
Per quanto riguarda il coinvolgimento di Mons. Enrico Radice, ex Rettore del Preseminario, il procedimento si è concluso davanti alla Corte d’Appello vaticana l’8 novembre 2023 con l’inammissibilità degli appelli proposti contro il sacerdote.
La Magistratura vaticana e quella italiana stanno ancora procedendo nelle rispettive fasi di competenza e la Diocesi di Como conferma la propria fiducia nel loro operato.
La Diocesi, nella nota, rinnova il proprio ringraziamento a tutte le persone che, con la loro testimonianza e la consegna di documenti, hanno contribuito alla ricerca della verità e, in attesa della definitività di tutti i giudizi ancora pendenti, ribadisce la solidarietà e la vicinanza verso tutte le persone e le comunità ecclesiali che sono state pesantemente colpite da questa lunga e complessa vicenda umana e giudiziaria.
Per i due sacerdoti rimangono ancora alcune misure cautelari canoniche, tra cui la limitazione dell’esercizio del ministero e la sospensione dallo svolgimento di attività pastorali che coinvolgono minori e adulti vulnerabili. La Diocesi di Como conferma il proprio impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili anche attraverso tutte le attività offerte dal Servizio appositamente istituito nel 2020, in primis l’accoglienza e l’ascolto.